“A meno di sorprendenti risultati nel mese di chiusura dell’anno, la Sardegna si collocherà sul fronte pubblico tra i territori con le maggiori riduzioni dei livelli di spesa in gara. Il 2021 si conferma un anno di transizione per i volumi di lavori messi in gara; occorre ora preparare le strutture pubbliche alla crescita del mercato attesa nei prossimi anni accompagnando l’impiego strategico delle risorse disponibili (PNRR e fondi comunitari) ad una semplificazione normativa che consenta di velocizzare le indispensabili opere infrastrutturali, di riqualificazione e rigenerazione urbana”. Commentano con queste parole Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale CNA Sardegna e presidente di CNA Costruzioni, i dati dell’indagine del Centro Studi sardo sugli appalti pubblici.
Dallo studio si evince, infatti, che il 2021 si chiuderà con un bilancio nettamente negativo per il mercato regionale dei bandi di gara per lavori pubblici: tra gennaio e novembre (questo il dato più recente) in Sardegna sono state pubblicate 606 gare per un importo complessivo a base di gara pari a 421 milioni. Una quantità in netto calo rispetto al periodo corrispondente del 2020, con tassi negativi del -18% e -63% rispettivamente per numero e importo. In base all’ultima rilevazione del Centro Studi della Cna Sardegna, il tratto determinante del mercato nel corso del 2021 è stato senza dubbio il drastico ridimensionamento dei livelli di spesa attestata su una media mensile inferiore a 40 milioni (un terzo rispetto alla media 2020) e pari alla metà della capacità mensile espressa nel biennio 2018-2019. Più contenuto, ma comunque rilevante, il calo della domanda, con un numero medio mensile di gare promosse sceso a 55 nei primi undici mesi dell’anno contro i quasi 70 del 2020, i 75 del 2019 e i quasi 90 del 2018.
Crollano le grosse gare: solo 14 bandi superano i 5 milioni per un importo di soli 10 milioni: -60% rispetto al 2020 (questa fascia si attesta sui livelli più bassi degli ultimi 20 anni.
Anche i micro appalti diminuiscono: -35% come numero e -24% come importo. Crescono soltanto i piccoli lavori tra 150 e 500mila euro (+16% per numero e +22% per importo).
Gli enti territoriali isolani hanno bandito 510 gare per un importo di 311 milioni: rispetto ai livelli del 2020 si riducono del 23% la domanda e quasi del 60% la spesa. Solo le Province hanno migliorato il bilancio del 2020: con 62 gare per 27 milioni. Con un calo della spesa superiore al -60% e del numero degli interventi del -20% la Sardegna si colloca nelle ultime posizioni tra le regioni italiane