L’Italia e il buon senso internazionale hanno respinto il tentativo di mettere all’angolo, se non al tappeto, l’agro-alimentare tricolore. A Ottawa, in Canada, è stata bocciata l’etichettatura allarmistica sulle confezioni dei cibi dal comitato del Codex Alimentarius, organismo che fa capo alla Fao e all’Organizzazione mondiale della sanità, entrambe controllate dall’Onu. Una battaglia che il nostro Paese, per una volta non procedendo in ordine sparso, ha vinto anche grazie alla forte pressione delle organizzazioni di imprese, CNA compresa, che sono riuscite a convincere forze politiche e opinione pubblica su un tema che rischiava di passare sotto silenzio. E rischiava magari di diventare noto, come tante volte è capitato in passato, solo a uova rotte e frittata già fatta. Con gli italiani penalizzati e, loro malgrado, contenti. Non essendo intervenuti in tempo.
Giustamente il presidente di CNA Agroalimentare, Mirco Della Vecchia, aveva definito questo progetto vessatorio “un atto di guerra non convenzionale ai pilastri del Made in Italy e della dieta mediterranea, una offensiva generale mirata per colpire prodotti alimentari realizzati esclusivamente con ingredienti naturali, conosciuti e apprezzati da milioni di persone, per sostituirli con sostanze artificiali, fabbricate da imprese multinazionali e certificate come salutari da grandi laboratori pagati dalle stesse multinazionali”. In parole povere, in nome della guerra ai carboidrati si voleva dare il via libera agli edulcoranti scoraggiando l’utilizzo di fibre benefiche.
Nel mirino erano finiti, a esempio, Parmigiano Reggiano e Olio di Oliva e Prosciutto di Parma. Una follia. Incomprensibile se non si tenesse conto degli enormi interessi mossi dai prodotti agro-alimentari. E se non si riguardasse, nel contempo, all’importanza strategica, economica e politica, detenuta dal “food”. Non è una novità. In passato le carestie provocate hanno causato più morti, permettendo la conquista di ampi territori ed enormi ricchezze o stroncando ribellioni e rivoluzioni, di tante guerre combattute convenzionalmente. “Vincere questa battaglia ovviamente ci riempie di soddisfazione e, prima di tutto, devo plaudire al ministero degli Affari esteri per il suo impegno – commenta Della Vecchia – ma dobbiamo rimanere vigili. Terremo gli occhi bene aperti per sventare qualsiasi nuovo attacco alle nostre eccellenze e lavoreremo ancora più assiduamente per promuovere nel mondo il Made in Italy di qualità, buono e salutare se usato nelle giuste quantità”.