Appalti pubblici più accessibili e calibrati a misura delle piccole e medie imprese – grazie all’azione di lobby portata avanti da CNA che ha consentito di ridefinire le regole di assegnazione nella nuova Legge sugli Appalti regionale – e l’apertura di un tavolo tecnico con la Regione Toscana che attraverso gli Assessori Fratoni e Bugli si è già detta disponibile a trovare soluzioni al problema dello smaltimento dei rifiuti in edilizia che rappresentano il 40% del totale dei rifiuti. Questi, in sintesi, i temi attorno ai quali si è sviluppata ieri la tavola rotonda “Pianeta Edilizia, dalla riforma regionale degli appalti alla proposta per un piano rifiuti” organizzata da CNA Toscana Centro e Consorzio Citep che ha visto oggi un confronto diretto tra istituzioni regionali e comunali, imprese e massimi vertici dell’Organizzazione.
Ad entrare nel merito dei nodi cruciali per la ripresa del settore edile – messi sul tavolo dalla Presidente CNA Toscana Centro Elena Calabria, Cataldo Rizzo (Presidente Costruzioni CNA), Leandro Vannucci (Presidente Citep) e Cinzia Grassi (Direttore generale CNA Toscana Centro) – sono stati gli Assessori della Regione Toscana Vittorio Bugli (Bilancio, strutture tecnologiche ed e-governement), Federica Fratoni (Ambiente e difesa del suolo), il sindaco di Prato Matteo Biffoni e l’assessore Valerio Barberis.
ALCUNI DATI CNA SULL’ANDAMENTO DEL COMPARTO COSTRUZIONI
Le costruzioni e il comparto edilizia sono settori che hanno sofferto molto più di altri della crisi che dal 2008 ad oggi ha colpito l’economia nazionale. Ed è in particolare l’edilizia artigiana ad avere accusato in questi anni le ricadute più gravi. Negli ultimi 10 anni in Toscana il numero di imprese è crollato di ben 11.453 unità di cui 569 chiuse solo nel 2018 e negli ultimi sei anni l’edilizia regionale ha perso circa il 40,5% degli addetti (i dipendenti sono passati da 48.619 a 28.907).
Entrando nel dettaglio delle sole realtà artigiane locali, in provincia di Prato se nel 2008 l’edilizia artigiana contava 3.712 imprese, a fine 2018 il numero è sceso a 2.838, ben 874 imprese artigiane in meno (con 176 nuove aperture e 252 cessazioni nel 2018).
In provincia di Pistoia nel 2008 le ditte edili artigiane erano 4.962 e oggi sono 3.729, con la scomparsa di ben 1.233 aziende (solo nel 2018 sono state 237 le nuove aperture contro 294 cessazioni).
A fronte di simili dati, l’azione di lobby di CNA Toscana Centro ha avuto come obiettivo prioritario la modifica della Legge regionale sugli appalti, considerando che gli appalti pubblici muovono il 5% del Pil regionale e con la recente approvazione della Riforma che prende atto delle proposte avanzate da CNA, è evidente l’importanza del traguardo raggiunto, anche perché la nuova Riforma obbliga tutti gli enti locali – Comuni e Province – ad utilizzare per molte forniture proprio le gare d’appalto varate dalla Regione, anche per quanto riguarda le opere sul fronte di viabilità e difesa del suolo.
Esprimendo soddisfazione per il recepimento delle proposte da parte della Regione Toscana, la Presidente Elena Calabria, Cataldo Rizzo e Leandro Vannucci hanno sottolineato come: “il nostro impegno pressante messo in campo da un anno a questa parte è stato concretamente premiato, visto che negli ultimi mesi abbiamo vissuto alcune svolte importanti che fanno ben sperare per la ripresa di questo settore, sia a livello nazionale che locale. Nella Legge di bilancio 2019, infatti, è stato previsto per lavori tra i 40.000 e i 150.000 euro l’affidamento diretto con consultazione di 3 operatori economici e sempre per il 2019 i lavori di importo tra i 150.000 euro e i 350.000 euro potranno essere affidati con procedura negoziata con consultazione di almeno dieci operatori economici. A questo si è poi aggiunta la nuova Legge Regionale di cui vogliamo rimarcare, tra gli altri, due grandi risultati: consentire alle stazioni appaltanti di riservare la partecipazione alle gare per una quota fino al 50% alle imprese con sede legale e operativa in Toscana, valorizzando quindi le aziende del territorio, e favorire l’accesso alle gare d’appalto di piccole imprese e start up introducendo l’obbligo di suddividere ogni maxi gara in lotti di dimensione adeguata, facendo tesoro dell’esperienza di 3 anni fa quando lo spacchettamento in mini lotti del maxi appalto da 470 milioni per la manutenzione di immobili pubblici ha consentito a un gruppo di imprese e consorzi legati a CNA di mettersi in rete, partecipare e di uscirne addirittura vincitori. Se si pensa che in Toscana il numero delle procedure di gara di importo superiore ai 40 mila euro è stato nel 2017 pari a 9.101, 887 in più rispetto al 2016 (trend confermato nel 2018) e che fino al 2021 in bilancio regionale sono previsti investimenti per un miliardo di euro, si comprende bene quali ricadute positive potrà avere la nuova legge su tutte le imprese del territorio”.
Detto questo, tra i nodi da sciogliere resta comunque ancora il tema del conferimento e dello smaltimento dei rifiuti in edilizia sul quale però l’Assessore regionale Federica Fratoni si è detta disponibile ad accogliere la proposta di CNA e aprire al più presto un tavolo tecnico.
Per gli imprenditori Riccardo Castellucci e Andrea Venturi “il settore edile tra componenti, involucri, residui da demolizione e scavi, produce una quantità di scarti che rappresentano il 40 % dei rifiuti speciali totali ma risultano spesso destinati a discarica anziché a riciclo o riuso. Questo comporta oneri pesantissimi per le imprese che nel 2018 hanno visto crescere i costi dello smaltimento speciale dal 25% al 100% per imballaggi, amianto, calcinacci, vernici. A questo si aggiunge il rischio sanzioni legate ai tempi lunghi dei ritiri a cui sono costretti i soggetti autorizzati allo stoccaggio per la mancanza di impianti di destinazione finale, siano essi discariche regionali o impianti di riciclo e recupero di questi materiali. Ecco perché serve una politica orientata ad incentivare il recupero e il riutilizzo e come già accaduto per il settore tessile riteniamo prioritaria l’apertura con la Regione di un tavolo tecnico in cui ricercare e condividere soluzioni e percorsi funzionali di economia circolare, anche con meccanismi di premialità, che produrrebbero effetti economici e ambientali molto importanti per il settore e l’ambiente”.