“Le imprese, e in particolare le piccole e gli artigiani, hanno bisogno di un progetto Paese condiviso in cui identificarsi ed è assolutamente necessario recuperare il bene più prezioso di una comunità che è la fiducia. La priorità è rianimare lo sviluppo. Basti pensare che se anche il Pil crescesse a ritmi dell’1% ci vorrebbero ancora tre anni solo per tornare ai livelli di reddito del 2008. Questa è la sfida che deve affrontare il governo e sulla quale lo misureremo”. Sergio Silvestrini, Segretario generale della CNA, invia un messaggio chiaro al mondo politico e delinea gli obiettivi per un cambio di rotta.
“Non vedo una visione chiara per il futuro. L’obiettivo della politica – afferma in una intervista al Quotidiano Nazionale (QN) – deve essere far uscire il Paese dalla sfiducia e dall’incertezza che sono la causa dei consumi stagnanti e del clima sfavorevole per gli investimenti”. E “aggravano le criticità strutturali del Paese. La bassa crescita, il modesto tasso di occupazione. E poi l’immenso debito pubblico, il divario territoriale Nord-Sud, l’eccessiva pressione fiscale, una burocrazia asfissiante e la scarsa dotazione infrastrutturale. Problemi affrontati parzialmente perché si è sempre commesso lo stesso errore”.
Silvestrini sottolinea che “non si è puntato sulla centralità delle imprese. Solo rafforzando il tessuto produttivo, creando un humus favorevole all’imprenditorialità, si può uscire dalla lunga stagnazione. Né ci si può aggrappare a periodici mantra”. Il segretario generale di CNA conferma di vedere con favore l’intervento sul cuneo fiscale ma al tempo stesso “il nostro osservatorio sul fisco ha messo in evidenza che le imposte e i contributi sugli utili delle piccole imprese sfiorano il 60%, quindici punti in più rispetto alla pressione fiscale media. Vorrei chiedere al governo: c’è un percorso per la progressiva riduzione delle tasse su artigiani e imprese?” Silvestrini indica quindi gli investimenti prioritari: “Le infrastrutture materiali e immateriali. La formazione di qualità, che deve rispondere alle esigenze delle imprese, perché il lavoro non si crea per decreto. In Italia il lavoro lo creano le piccole imprese: pensi che in un anno di stagnazione artigiani e imprese fino a nove dipendenti hanno creato 161mila delle 271mila nuove posizioni lavorative. Un segno di vitalità ma che può essere frustrato dai recenti provvedimenti contro i quali la CNA si sta battendo con veemenza”. Si tratta di due misure contenute nel cosiddetto Decreto Crescita in materia di credito e costruzioni. “Una riduce drasticamente l’autonomia regionale in materia creditizia, quell’autonomia regionale che ha contenuto gli effetti del razionamento del credito per artigiani e piccole imprese in una fase perdurante di stretta. L’altra favorisce le grandi utility rispetto alle piccole imprese nei lavori di efficientamento energetico e riqualificazione urbana. Ecco, su questi due temi chiediamo al governo di passare dalla discontinuità annunciata alla discontinuità reale“.
Infine Silvestrini commenta l’annuncio del premier per un patto con gli italiani contro l’evasione. “Avrà il nostro sostegno. Ma serve anche una mutazione radicale nei rapporti tra fisco, imprese e cittadini. Da un fisco opprimente e complesso si deve passare a un fisco amico. In questo senso è necessario rivedere con assoluta priorità il funzionamento degli Isa che, per tanta parte delle nostre imprese, non stanno rispondendo a criteri di equità e, di conseguenza, hanno bisogno di una corretta messa a punto prima di poter essere utilizzati”.