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Servono modifiche al codice della crisi di impresa

Il decreto correttivo del codice della crisi d’impresa si muove nella giusta direzione ma occorrono ulteriori interventi per migliorare l’efficacia dello strumento. È quanto hanno espresso CNA e Confartigianato nel corso dell’audizione presso la Commissione giustizia della Camera.

Le due organizzazioni hanno rilevato che il codice ha introdotto una serie di istituti di emersione precoce della crisi che sono adeguati al contesto economico caratterizzato da instabilità e incertezza. Secondo CNA e Confartigianato lo schema di decreto correttivo rende “più efficace la procedura stragiudiziale della composizione negoziata della crisi”, in particolare le nuove disposizioni che tendono a limitare e scongiurare la prassi bancaria di sospendere gli affidamenti mentre è in atto la composizione negoziata della crisi. Tuttavia le due associazioni sollecitano ulteriori modifiche per rendere le procedure più adeguate rispetto alla dimensione d’impresa e per ridurre i costi delle misure transattive.

In particolare le due organizzazioni ritengono che l’adozione degli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili non sia applicata alle imprese individuali che non hanno l’obbligo di redazione del bilancio ed alle imprese in regime forfettario. Inoltre CNA e Confartigianato chiedono di uniformare gli ambiti di applicazione delle misure transattive e di eliminare l’obbligo di attestazione/relazione da parte del professionista indipendente, almeno per le imprese che rientrano nell’ambito di applicazione degli ISA (ricavi inferiori a 5,164 milioni di euro l’anno).

Infine le due Confederazioni hanno indicato la necessità di uniformare la durata delle misure protettive con quelle della composizione negoziata a 180 giorni (prorogabile di altri 180).

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