“La CNA è pronta a offrire il contributo di artigiani e piccole imprese a una sfida impegnativa per dare risposte agli straordinari e impensabili mutamenti collaterali innescati dalla pandemia, dai modelli economici alla geografia residenziale e produttiva fino al sistema delle relazioni sociali. Siamo quel pezzo dell’Italia che non si arrende mai e che vuole guardare al futuro con fiducia”. Con questo messaggio Sergio Silvestrini, Segretario Generale della CNA, conclude l’editoriale pubblicato su Il Foglio offrendo una riflessione sulla proposta lanciata dal segretario del Pd Enrico Letta sul modello dell’accordo del luglio 1993 i cui artefici furono Carlo Azeglio Ciampi e Gino Giugni. “Guardiamo con interesse alla proposta di un grande patto per rigenerare l’Italia. Oggi come allora – scrive Silvestrini – vanno individuati obiettivi strategici e misurabili e condividere un percorso concreto, mettendo da parte tatticismi e liturgie per recuperare la sintonia con le persone”.
“Al di là delle formule e dei modelli, deve esserci la massima chiarezza sulla premessa: la centralità dell’impresa e del lavoro – scrive il Segretario Generale della CNA – accantonando definitivamente retaggi novecenteschi, superando finalmente la teoria datata che etica e profitto siano concetti opposti e inconciliabili. Dal campo di gioco vanno rimossi anche quei residui tossici di ingiustificato pregiudizio nei confronti dell’impresa che talvolta emergono. Tra gli ultimi esempi la timidezza e la riluttanza per sancire che l’imprenditore non può essere responsabile per il contagio di un proprio collaboratore. Senza trascurare il codice appalti, l’architettura fiscale, molte norme in campo ambientale che sono intrise di una cultura del sospetto nei confronti dell’impresa”.
“Da oltre un anno siamo ripetiamo che per superare la crisi devono marciare in parallelo le misure per alleviare le profonde ferite sul tessuto economico e sociale provocate dal virus, e una strategia di lungo termine per liberare le molteplici energie positive e rimettere l’Italia sul sentiero virtuoso della crescita che latita da troppo tempo. La terribile fase che stiamo vivendo ha rafforzato la nostra antica convinzione che collaborazione e condivisione tra istituzioni, forze politiche, parti sociali dovrebbero rappresentare la cornice naturale entro la quale elaborare progetti e indirizzi per affrontare le enormi trasformazioni sulle quali la pandemia ha agito da acceleratore”.
Clicca qui per leggere l’editoriale.