“Un complessivo check up degli impianti è una delle priorità da seguire se si vuole affrontare realmente la questione della sicurezza degli edifici”. A dirlo è il presidente provinciale dell’Unione Cna Installazione e Impianti, Maurizio Scalone, secondo cui si fa i conti, anche in provincia di Ragusa, con una totale deregulation che non favorisce la ricognizione dello stato di salute degli impianti e della loro messa a norma. “Le leggi e gli adempimenti riguardanti gli impianti – sottolinea Scalone – ci sarebbero pure ma nessuno si preoccupa della vigilanza, non esistono verifiche, non esiste corresponsabilità. Da un lato la Regione risulta inadempiente, i Comuni, anche quelli del nostro territorio provinciale, si girano dall’altra parte e la prevenzione resta soltanto un concetto astratto.
La Regione ha sì predisposto una linea guida sulla verifica degli impianti termici ma è servita, per così dire, a metà. Da un lato i Comuni non adottano il regolamento necessario, dall’altro l’ex Provincia non ha un soldo e, quindi, tutto viene lasciato cadere come se nulla fosse, con un patrimonio edilizio che risulta essere praticamente abbandonato senza quel grande processo di ristrutturazione del panorama immobiliare pubblico e privato a cui pure sarebbe opportuno ambire”. Il responsabile regionale dell’Unione, Vittorio Schininà, precisa che il panorama edilizio siciliano, quindi anche buona parte di quello presente nell’area iblea, risale soprattutto agli anni dell’immediato secondo dopoguerra e al periodo del boom economico. “Si tratta di un patrimonio – continua Schininà – generalmente di bassa qualità e in condizioni di arretratezza.
Sarebbe parzialmente efficace intervenire solamente sulle singole unità abitative ma con ogni probabilità potrebbe essere invece più utile puntare ad un’opera di rigenerazione urbana che consenta il risanamento e l’efficientamento energetico su vasta scala di intere aree delle nostre città provinciali e dei territori. Per mettere in sicurezza il patrimonio immobiliare si devono seguire le norme Uni e Cei; al termine dei lavori, poi, il responsabile tecnico dell’impresa deve rilasciare, sotto la sua personale responsabilità, una dichiarazione di conformità prevista per legge che sostanzialmente certifica la conformità dell’impianto installato. Si tratta di aspetti, anche piccoli, che se ben coordinati potrebbero servire a fare ripartire un’intera economia. Aspettiamo, dunque, che siano assunte decisioni precise in questa direzione anche con il supporto dei Comuni”.