“Se non riparte il Sud, l’Italia è destinata a un declino rapido e irreversibile: riunificare il Paese deve essere la priorità”. Sergio Silvestrini, segretario generale della CNA, chiudendo l’assemblea di CNA Sicilia davanti a una platea di oltre 500 persone, fotografa la difficile situazione italiana, economica e politica ma anche sociale, e indica alcuni driver fondamentali per far ripartire il Paese, in primis le infrastrutture. Silvestrini sottolinea che, “se le infrastrutture sono l’asset trainante per lo sviluppo, allora l’alta velocità ferroviaria non può fermarsi a Salerno. Portiamo i treni veloci e tutti gli altri grandi sistemi al Sud e in Sicilia se intendiamo favorire la crescita economica e lo sviluppo sociale”.
Non è una questione di fondi. “I capitali non mancano – rileva – troppo spesso invece mancano le capacità e le competenze”. E’ il caso dei fondi europei, “molte volte mal spesi e soprattutto poco utilizzati”. E’ inaccettabile, infatti, che i fondi comunitari siano utilizzati nella misura del 13-15 per cento. “Occorre una assunzione di responsabilità da parte di tutti” è l’appello di Silvestrini alla politica e alla classe dirigente. “Il Paese deve uscire dal lungo torpore che lo ha investito. Non cresciamo da 23 anni e dobbiamo riaccendere i motori dello sviluppo”. Serve una vera discontinuità, “occorre una rottura politica, culturale”. Il Paese non ha una prospettiva e se esiste “non è percepita”. Ma c’è anche una preoccupante caduta di conoscenza e istruzione: “Negli anni settanta chi possedeva la licenza media aveva competenze per le quali oggi serve una laurea”.
Rottura significa anche rimettere in discussione alcuni falsi miti. A esempio “è stato un grande errore aver dato al decentramento la funzione vitale del Paese”, ha sottolineato il segretario generale della CNA, prima di affrontare anche temi di stretta attualità come la manovra. “Era importante impedire l’aumento dell’Iva – ha spiegato – che tuttavia rappresenta l’80 per cento della manovra da 30 miliardi di euro. Governo e Parlamento devono iniziare a pensare già da ora a come sterilizzare le clausole di salvaguardia per il 2021 e l’unica via è un taglio della spesa, specialmente quella improduttiva”.
C’è l’emergenza del credito verso artigiani e piccole imprese. “Le imprese fino a nove dipendenti rappresentano il 97 per cento del totale – ha ricordato Silvestrini – ma ricevono solo il 30 per cento del flusso del credito bancario”. “Occorre rivitalizzare lo sviluppo con realismo e individuando gli asset strategici su cui puntare”. Alla platea di artigiani e imprenditori Silvestrini ribadisce che “l’orizzonte del nostro Paese rimane l’Europa con la quale avere un confronto dialettico” ma è impensabile immaginare l’Italia sganciata dalla casa europea.
Il segretario generale della CNA chiude il suo applaudito intervento parlando dell’innovazione tecnologica, dei giganti del web. “Internet è nato come strumento di democrazia e con un grande investimento pubblico – ha sottolineato – ma oggi è nelle mani di soggetti che non conosciamo. I colossi dell’industria in passato creavano milioni di posti di lavoro, i giganti del web poche centinaia, realizzano utili miliardari e pagano meno tasse di un artigiano. E’ ingiusto. Sul piano etico prima ancora che politico e economico”.
All’assemblea di CNA sono intervenuti, tra gli altri, il vice ministro dei trasporti e delle infrastrutture, Giancarlo Cancelleri, che ha annunciato un emendamento in Legge di bilancio per le tariffe aeree sociali. Studenti fuori sede, disabili, lavoratori in altre regioni riceveranno uno sconto del 30-40 per cento sui biglietti aerei grazie a un fondo di 35 milioni.
Il segretario di CNA Sicilia Piero Giglione nella sua relazione ha sottolineato che “il Sud e la Sicilia non possono essere considerati la palla al piede del Paese”. Anche perché i problemi dell’Italia al Sud sono addirittura amplificati. “La dotazione infrastrutturale è inadeguata – ha puntualizzato – la Ragusa-Catania è l’emblema del fallimento. Non chiediamo favori per le nostre imprese ma essere messi nelle condizioni delle imprese al Nord”. “Il turismo dovrebbe essere la nostra grande industria ma non è valorizzato – ha aggiunto – il problema dell’accesso al credito da noi è accentuato, a esempio con la chiusura di 570 sportelli in meno di due anni”.