Sei imprese su dieci resteranno escluse dai contributi a fondo perduto con il requisito della soglia del 30% del calo del fatturato. E’ quanto ha sottolineato Sergio Silvestrini, Segretario generale della CNA, nel corso dell’audizione in Commissione Bilancio del Senato sul Decreto Sostegni, chiedendo di sostituire “la tagliola del 30% con un meccanismo di decalage che riduca progressivamente il beneficio” ma ampliando la platea dei beneficiari.
CNA apprezza il superamento dei codici Ateco e l’adozione del fatturato quale requisito per gli indennizzi ma “serve un segno di forte discontinuità – ha detto Silvestrini – con risorse aggiuntive e nelle modalità e nei tempi di erogazione degli aiuti rispetto agli interventi dello scorso anno per ridare non solo mezzi finanziari ma, soprattutto, fiducia agli operatori fiaccati da mesi terribili ma desiderosi di riscatto”.
Silvestrini ha evidenziato che il Decreto sostegni non prevede nulla in materia di liquidità e credito che necessita di essere affrontato con urgenza. Pertanto “occorre prorogare alcune delle misure straordinarie in scadenza al 30 giugno” come le moratorie sui prestiti e il sistema di garanzie pubbliche, ed è urgente “rivitalizzare il sistema dei Confidi che in questa crisi ha saputo supportare al meglio le esigenze del mondo della micro e della piccola impresa”.
Il Segretario Generale della CNA inoltre ha evidenziato la necessità di correggere l’impostazione della norma in materia di TARI per evitare pesanti aggravi degli importi per le utenze non domestiche.
Sul fisco, CNA invita il Parlamento a prolungare lo slittamento dei termini di versamento delle cartelle riconoscendo la possibilità di pagamenti rateali, mentre sul tema lavoro è positiva la proroga a tutto il 2021 del rinnovo senza causali dei contratti a tempo determinato ma è necessaria una nuova normativa più flessibile per questa tipologia di contratti che nelle imprese artigiane conduce a una occupazione stabile nella quasi totalità dei casi.
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Buongiorno,a proposito del decreto sostegni faccio presente che la tagliola del 30% di riduzione del fatturato manca totalmente dell’aggancio con la realtà. Infatti molte aziende come ad esempio la nostra che siamo ascensoristi non hanno avuto un calo del fatturato ma bensì un calo degli incassi che già era un problema negli anni scorsi ma che da quest’anno, per effetto della crisi di vari settori, ha prodotto un rallentamento o addirittura un azzeramento delle rate per le spese condominiali. Parliamo dunque di crisi di liquidità. Questo problema quindi è diverso da quello preso in considerazione dal governo ma è ugualmente problematico. Quindi noi non solo non abbiamo apparentemente problemi ma ci viene chiesto anche di rispettare tutte le scadenze fiscali previste. Ci siamo già indebitati per sostenere la precedente situazione quanto dobbiamo ancora indebitarci per sostenere questo momento storico? Faccio notare che molti amministratori di condominio si spazientiscono se viene loro chiesto di saldare le fatture in sospeso e molte volte la conseguenza è la disdetta del contratto dell’impianto ascensore. Confido in un vostro appoggio e una gradita risposta chiarificatrice. Buon lavoro e cordiali saluti.