“Il più grande atto di politica economica che dovrebbe fare il nuovo governo è dare serenità e sicurezza al Paese”. Sergio Silvestrini, segretario nazionale della CNA, interviene a un dibattito a Ravenna nell’ambito della Festa dell’Unità e traccia l’orizzonte dell’azione del nuovo esecutivo, nella consapevolezza delle difficoltà economiche e soprattutto sociali. “Vorrei dire al nuovo governo che la sfida che ci attende è la più grande dal dopoguerra”.
È necessario ricostruire “un senso di comunità e di identità, un senso collettivo di un Paese che ha una missione e un’ambizione” sottolinea Silvestrini. La fotografia del paese è “un popolo frantumato, diviso senza più identità” e tutto ciò si traduce “in una modesta propensione ai consumi e agli investimenti”. La priorità dell’agenda del Governo deve essere “dare sicurezza e stabilità al Paese”. Il messaggio deve essere “investite, intraprendete perché chi verrà dopo di noi rispetterà le regole che ci siamo dati”. L’esempio positivo è Milano e il segreto di una delle città più innovative e attrattive in Europa è proprio “la continuità tra i sindaci che si sono succeduti negli anni che hanno dato valore aggiunto a quanto deciso in precedenza”.
Rispetto delle regole e degli impegni rappresenta anche la condizione per affermare il ruolo di grande paese dell’Italia all’interno delle istituzioni europee. Silvestrini indica che “l’Europa è il nostro orizzonte, il nostro futuro e non deve trasformarsi in una gabbia”. Ma stare in Europa significa “rispettare i parametri e le regole. La carenza dell’Italia oggi è che siamo meno credibili”. Recuperare credibilità nelle relazioni istituzionali in Europa rappresenta un passaggio fondamentale, senza “atteggiamenti subordinati o prostrai”.
Silvestrini sollecita anche l’Europa a un cambiamento profondo. “È necessaria che l’Unione Europea persegua una politica espansiva, ad esempio la spesa per investimenti in innovazione e infrastrutture deve essere esclusa dal calcolo del debito”. Nel momento in cui l’Italia rispetta la regole ed è coerente con gli impegni assunti recupera credibilità ed ha quindi “la capacità di poter discutere e confrontarsi”.
Il segretario generale della CNA torna sull’agenda del nuovo governo con un particolare riferimento al sistema delle micro e piccole imprese e degli artigiani che rappresentano la colonna vertebrale del sistema economico italiano con il 55% degli occupati e quasi il 60% del valore aggiunto. “Le nostre imprese si sentono sole – ha sottolineato – non chiedono protezione e aiuti ma hanno bisogno di sentire un governo amico”. Credito, fisco e burocrazia sono i moloch che gravano sulla vita quotidiana delle imprese. Silvestrini parte dal credito. È necessario “far uscire da una sorta di asfissia le nostre imprese perché senza credito non si vive”. Asfissia generata da regole europee non sempre all’altezza e dal sistema bancario che non tratta più affidamenti inferiori ai 25-30 mila euro. Non abbiamo altri strumenti se non quello di stimolare i Consorzi fidi che sono stati penalizzati dal precedente governo”.
Poi il capitolo fisco. Occorre una “diminuzione del prelievo fiscale, ragionevole, compatibilmente con i vincoli di bilancio che vanno comunque rispettati” indica Silvestrini aggiungendo che “non è possibile per le imprese vivere in un paese in cui la pressione fiscale e contributiva sfiora il 62%, uno dei più alti prelievi al mondo. Le Pmi fanno fatica a competere nel mondo, per questo c’è bisogno di scelte, di un vasto programma che ribalti anche l’approccio. Non siamo nel tempo dell’ordinario: bisogna trovare le migliori intelligenze per definire soluzioni innovative. L’eterno ieri non basta più: il mondo è così cambiato che le terapie di qualche anno fa non valgono più”.
Occorre quindi una “maggiore considerazione del mondo delle micro imprese dell’artigianato e del piccolo commercio – afferma Silvestrini – è’ un problema serio: il nostro mondo deve sentire che c’è un governo che pensa alle politiche economiche. Eppure spesso ci sentiamo soli, disperatamente soli. E questo mondo se si sente disperatamente solo poi va per la sua parte, combatte, lotta, agisce ma senza fare sistema”.