Il mondo dell’artigianato e della piccola impresa ha dato prova di una straordinaria capacità di resilienza nella crisi provocata dalla pandemia e può offrire un prezioso contributo per la ripartenza dell’Italia. E’ il messaggio lanciato da Sergio Silvestrini, Segretario Generale della CNA, in occasione della tavola rotonda dal titolo “Il lavoro artigiano per l’Italia che riparte” alla quale hanno partecipato il presidente del Cnel, Tiziano Treu, i segretari generali di Cgil, Maurizio Landini, Cisl, Luigi Sbarra, Uil, Pierpaolo Bombardieri, e i rappresentanti delle altre associazioni artigiane.
Silvestrini ha rinnovato l’importanza della fase che stiamo vivendo. “Siamo davanti alla più grande sfida dal dopoguerra. E’ l’ultima occasione per mettere il Paese sulla via della crescita e dello sviluppo. Spero che ci sia la profonda consapevolezza da parte della classe dirigente”.
Il Paese è stanco, avvilito e insicuro. E’ fondamentale avere una visione di quale Italia immaginiamo per i prossimi 10-20 anni. Le risorse europee anche se consistenti non sono sufficienti per avviare finalmente la modernizzazione del Paese. “Occorre realizzare alcune riforme essenziali, anche dolorose. Penso alla pubblica amministrazione dove serve una rottura profonda, una netta discontinuità. La burocrazia è la vera e principale ossessione degli imprenditori. E’ necessario un nuovo approccio culturale. Si cambia davvero se si ha fiducia nei confronti dei cittadini e degli operatori della PA. La decennale stratificazione di norme ha prodotto un sistema bizantino che non funziona più”.
Silvestrini poi indica l’altra grande e vitale riforma. “La gestione della pandemia ha mostrato che la frammentazione delle decisioni e delle responsabilità non è più possibile. Occorre riconoscere con onestà che la riforma costituzionale del 2001 è fallita. La capacità di guida e l’assunzione di responsabilità devono essere esaltate. Terza grande riforma riguarda la cultura e la formazione di competenze”.
Per ripartire l’Italia non può fare a meno del mondo dell’artigianato e della piccola impresa, “emblema del ceto medio che è stato strutturalmente indebolito dalla globalizzazione e dalla concorrenza sleale”.
E’ quanto mai urgente e fondamentale che il Governo e il Parlamento alimentino “sogni e visione del Paese, infondano sicurezza in particolare alle piccole imprese” che hanno dimostrato capacità di resistere impensabili e che non licenziano, perché “perdere un proprio collaboratore equivale a una sconfitta”. Un processo necessario e nel quale “vanno coinvolte le parti sociali più rappresentative, anche loro chiamate alla responsabilità ed a elaborare cosa possiamo fare noi per l’Italia”. Il Segretario generale della CNA si è quindi soffermato sui temi della bilateralità e delle relazioni sindacali. Silvestrini ha sottolineato che “anche in un anno di profonda crisi economica continuiamo a firmare e rinnovare i contratti di lavoro”.
La bilateralità è stata “un colpo di genio, una straordinaria innovazione che risale ai primi anni ’80. Proprio in questo anno orribile ha funzionato in modo efficiente. Un sistema privatistico che ha saputo integrare il sistema pubblico. Naturalmente ci sono sempre margini di miglioramento, penso soprattutto a Sanarti e a Fondartigianato. FSBA ha funzionato molto bene – ha concluso – e il prossimo passo è renderlo universale”.