“Da questa crisi possiamo, e dobbiamo, uscire diversi. Recuperare quel senso dell’umanità che gli occidentali in genere, e gli italiani in particolare, sembrano avere smarrito. Ma che nel nostro Paese è riemerso durante l’emergenza sanitaria, evitandoci il cinismo di chi valuta gli individui solo in base a quanto potrebbero produrre ed evitandoci, quindi, l’emarginazione e addirittura l’abbandono dei più deboli e dei più fragili, come gli anziani”. Concludendo l’assemblea annuale di CNA Pensionati, il segretario generale della CNA, Sergio Silvestrini, ha voluto sottolineare i punti di forza italiani, spesso sottaciuti e sottovalutati, di quell’Italia “che merita di essere in cima al mondo, per la sua storia, la sua cultura, il suo impegno: siamo un grande Paese, a volte dimentichiamo di esserlo, dobbiamo ricordarlo più spesso. E agire di conseguenza”.
Silvestrini si è detto molto soddisfatto di “com’è stato affrontato questo momento istituzionale così importante, in modo positivo e aperto alle novità. L’atteggiamento consapevole proprio di tutta la Confederazione, che cerca di non indugiare nel pessimismo, cosciente che ce la possiamo fare”.
Uno sguardo aperto sul futuro, rivolto al dopo-pandemia, quando dovremo riscattarci non solo dai mesi dell’emergenza sanitaria, e di conseguenza socio-economica, ma anche dai dieci, dodici anni di ininterrotta crisi precedente.
Come affrontare, quindi, i momenti che verranno? “Sarà necessario, in parte già lo è, dare risposte adatte a un mondo che sta cambiando. E tanto più si devono porre questo problema gli anziani. Quanti appartengono alla generazione purtroppo più colpita dal virus, che non può dimenticare di essere la generazione che ha ricostruito un Paese anche moralmente distrutto, che ha ricostruito un’Europa devastata e poi si è impegnata a unificarla”, ha sottolineato Silvestrini.
“La memoria, però, dev’essere viva in tutti, non solo negli anziani – ha aggiunto – perché un popolo che non ha memoria, non ha radici, non è un popolo. E invece da questa crisi profonda si esce tutti insieme, in quanto è una crisi che mette in discussione modelli fino a pochi mesi fa apparentemente indiscutibili, come la sacralità dei bilanci pubblici, costi quel che costi. E di conseguenza permette di recuperare certezze del passato che, ci avevano raccontato, vanno archiviate per sempre. Penso al welfare, a esempio, quella grande conquista novecentesca del cui appannamento abbiamo sentito tanto la mancanza quest’anno. Una conquista che dobbiamo rinnovare per gli anziani ma anche per i più giovani, che non possono farne a meno”.
Il segretario generale della CNA ha ripreso e rilanciato, quindi, la proposta dell’associazione dei pensionati di un rinnovato patto per la salute e per il benessere. “Un patto che non serve solo agli anziani – ha tenuto a precisare – ma anche, se non soprattutto, ai più giovani. Questi nostri giovani che devono tornare a prendere a riferimento la saggezza delle generazioni precedenti, filtrata dall’esperienza. Solo su queste fondamenta si potrà coniugare il valore delle relazioni con le nuove tecnologie, la voglia di imparare e la voglia di cambiare”.
Progetti per il futuro ai quali l’Europa ha deciso di dare il proprio sostegno, “passando finalmente da matrigna, perlomeno nell’immaginario, a madre. Così che ora siamo tutti consapevoli che senza Europa, fuori dall’Europa, non si va da nessuna parte. Progetti per il futuro ai quali la CNA apporterà, con la propria esperienza, studi e ricerche da mettere a disposizione del decisore politico”. Le proposte dei pensionati, infatti, sono tutt’altro che marginali. “Gli anziani sono uno dei principali motori economici attuali – ha evidenziato Silvestrini – e il sistema deve tener sempre più conto della cosiddetta Silver Economy, verso la quale in verità dovrebbero porre un’attenzione maggiore anche gli imprenditori, e in particolare gli artigiani e gli imprenditori associati alla CNA, facendo sistema prima di tutto con i nostri pensionati”.