Democrazia, antifascismo, libertà, passione civica e imprenditoriale, partecipazione. E onestà, coerenza, affidabilità, competenza, spirito di unitarietà, caparbietà, rischio imprenditoriale, innovazione. Sono queste le parole che sottostanno ai valori di CNA Pensionati impressi nella “Carta di identità associativa” consegnata oggi, in occasione dell’Assemblea annuale di CNA Pensionati, al Segretario Nazionale della CNA Sergio Silvestrini e al Presidente nazionale di CNA Giovani imprenditori Stefania Milo. Una consegna simbolica, questa, effettuata da parte di Beatrice Tragni, Segretario Nazionale di CNA Pensionati e dal Presidente nazionale di CNA Pensionati Giancarlo Pallanti che ha introdotto l’Assemblea svolta a Roma presso la sede nazionale.
Dal Friuli alla Campania, dal Piemonte all’Emilia, nell’anno del 70° anniversario della Confederazione, la voce narrante dell’Assemblea è stata quella degli imprenditori senior iscritti alla CNA, oggi pensionati, che hanno raccontato e ricordato lo spirito dei ‘padri fondatori’. L’entusiasmo, il calore, il senso di appartenenza, l’orgoglio della ricostruzione nel dopoguerra e anche la lungimiranza nel cambiare pelle ad ogni passaggio della storia. Dai consorzi al primo accordo fra un’associazione datoriale e i sindacati, dall’autonomia statutaria dai partiti alla politica dei redditi sino ad oggi: il tempo di lanciare lo sguardo a un futuro in cui le sole mani dell’artigianato italiano non sembrano più bastare.
Preoccupazione, questa, espressa dal Segretario Generale della CNA Sergio Silvestrini che ha ricordato come l’era dell’automazione e della digitalizzazione ha ormai completamente cambiato quei paradigmi su cui si è basata l’economia del ‘900.
“Oggi essere all’altezza della sfida globale non è facile – ha spiegato Silvestrini – la velocità dei cambiamenti in atto spesso spiazza anche quanti sono capaci di mettere in campo nuovi obiettivi e raggiungerli. Fino a 20 anni fa l’85% dell’economia era fatta di beni materiali e il 15% di prodotti finanziari. Ora è l’inverso. Il 25% degli italiani vive in una situazione di precarietà e 5 milioni di persone sono in stato di oggettiva povertà. Non solo: esiste una profonda frattura fra giovani e anziani, fra Nord e Sud del Paese. Sono le conseguenze di una globalizzazione mal gestita di cui noi oggi paghiamo il dazio”. “Serve – ha aggiunto – una discreta dose di buon senso ed è necessario abbandonare la logica della tribù e dell’invidia sociale. Abbiamo la chance meravigliosa di diventare il Paese che produce bellezza nel mondo e che usa una cura nel fare le cose come nessun’altro può”. “Tuttavia occorre recuperare i vostri valori – ha continuato – l’onesta, l’integrità, la tolleranza”.
“Sono orgoglioso di CNA di Pensionati- ha concluso Silvestrini – perché tra voi sento ancora vivo lo spirito di corpo e la collaborazione, quel senso della famiglia, la famiglia dell’artigianato, che ha fatto grande la CNA e l’Italia”.
La memoria, dunque, per non dimenticare il passato ma anche per affrontare il futuro.
“Siamo passati attraverso la guerra e un Paese distrutto – ha ricordato Giancarlo Pallanti – e oggi possiamo testimoniare e trasmettere ai giovani quel fuoco del cambiamento positivo che ci ha animato. Viviamo in un paese disorientato che sta perdendo la bussola, ecco perché occorre trasmettere alle nuove generazioni la caparbietà che è stata il nostro segno distintivo nel pensare sempre e comunque a un futuro migliore”.
Un pensiero, questo, ribadito anche da Beatrice Tragni: “Ciò che i nostri imprenditori «diversamente giovani» possono fare è trasmettere ai nuovi imprenditori del terzo millennio la loro forte cultura associativa basata sulla fiducia e sulla speranza e nell’idea che da soli in questo nuovo contesto di forte complessità non si vince”.