Sbloccare i crediti per scongiurare il fallimento di decine di migliaia di imprese e per consentire alle costruzioni di continuare a fare da volano alla crescita del Paese. È questo il messaggio di Sergio Silvestrini, Segretario Generale della CNA, che ha partecipato a Perugia alla presentazione della ricerca CNA Umbria-CRESME alla presenza della presidente della regione Umbria Donatella Tesei, del presidente di CNA Umbria Michele Carloni, del presidente di CNA Costruzioni Emanuele Bertini e del direttore del CRESME Lorenzo Bellicini.
“La filiera delle costruzioni è determinante per la crescita economica. L’anno scorso – ha detto Silvestrini – il settore ha contribuito al 30% del rimbalzo del Pil, l’occupazione è aumentata del 14% e la produzione del 24%. Nonostante questa performance decine di migliaia di imprese del settore rischiano di fallire in quanto non riescono a cedere i crediti d’imposta legati ai bonus edilizi. Per dare continuità all’andamento positivo delle costruzioni migliorando l’efficienza del nostro patrimonio immobiliare, siamo disponibili a partecipare a un tavolo per mettere ordine e ridisegnare il sistema degli incentivi. Ma in questa fase la priorità è permettere alle nostre imprese di recuperare i quattrini che hanno anticipato per conto dello Stato ai clienti praticando lo sconto in fattura”.
La ricerca – ha affermato Michele Carloni – si inserisce all’interno di un progetto della CNA Nazionale perché riteniamo che anche in Umbria il processo di riqualificazione del patrimonio edilizio debba andare avanti, sia per i risvolti economici che garantisce, sia per il contrasto al progressivo spopolamento dei comuni minori.
L’indagine ha certificato il ruolo di volano del settore nel trainare il balzo del PIL regionale oltre il 6% nel 2021. “Il contributo che il settore delle costruzioni ha portato alla crescita economica dell’Umbria lo scorso anno – ha dichiarato Bellicini – vale 3,5 miliardi di euro, di cui 2,3 relativi a interventi straordinari di manutenzione e recupero edilizio, 640 milioni legati a opere di manutenzione ordinaria e 524 milioni riferiti a nuove costruzioni. Numeri che hanno fatto crescere gli investimenti nel settore del 23% di cui ben l’85% rappresentato da interventi di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.
“Innegabile – ha continuato Bellicini – il ruolo giocato dalle varie detrazioni fiscali previste sui lavori edili, che hanno attivato investimenti pari a circa 1,1 miliardi di euro. Di questi solo 200milioni sono relativi al Superbonus, contro i restanti 900milioni ascrivibili ai cosiddetti bonus minori, che hanno avuto un balzo del 137% rispetto al 2020 grazie alla possibilità di accedere alla cessione del credito o allo sconto in fattura. Inoltre, gli incentivi e le relative ristrutturazioni hanno fatto ripartire il mercato delle compravendite immobiliari, con un aumento del 28% rispetto al 2019 (pari a circa 10mila atti). Le criticità certificate dalla ricerca – ha concluso Bellicini – sono diverse. Da un lato le ingenti risorse che stanno arrivando in Umbria dal PNRR e da altri fondi nazionali non si sono ancora tradotte tutte in appalti pubblici; mentre la ripresa degli investimenti pubblici nel 2021 è stata più contenuta (+6,6%) e meno vivace di quella registrata a livello nazionale (+20%). Dall’altro lato vi è la crisi demografica che sta interessando l’Umbria da almeno un decennio e che ha già visto una contrazione della popolazione residente di oltre 30.000 abitanti. Uno scenario destinato a peggiorare se non si invertiranno le tendenze relative alla natalità e all’attrazione di nuovi flussi migratori, arrestando nel contempo l’emigrazione di migliaia di giovani”.
“Non vi è dubbio che il settore delle costruzioni abbia avuto un ruolo determinante nel rilancio dell’economia – afferma Emanuele Bertini –, e in un momento in cui le risorse del PNRR destinate agli enti locali umbri saranno molte abbiamo bisogno di una pubblica amministrazione efficace ed efficiente, in grado di ridurre al massimo i tempi tra le fasi di programmazione, progettazione e realizzazione delle opere pubbliche. Inoltre, l’aumento delle materie prime e il blocco della cessione del credito rischiano di fermare definitivamente non solo il superbonus, ma anche i bonus minori, che in Umbria nel 2021 hanno giocato un ruolo di primo piano nella ripresa. E questo non ce lo possiamo permettere, né a livello regionale né a livello nazionale”.
“Le imprese – ha concluso Michele Carloni – non hanno nulla a che fare con comportamenti fraudolenti e non possono essere penalizzate per colpe che non hanno. Anzi, lavorando in stretta sinergia con la pubblica amministrazione possono continuare a dare un contributo positivo sia nella riqualificazione del patrimonio immobiliare, sia alla realizzazione di nuove opere pubbliche e, più in generale, alla crescita dell’Umbria. In questo momento crediamo che serva un grande senso di responsabilità da parte di tutti”.