“Se l’innovazione e il progresso tecnologico sono, e rimarranno, la principale fonte di competitività per l’Italia, allora l’obiettivo della politica dev’essere quello di avvicinare le imprese ai temi dello sviluppo tecnologico e dell’innovazione. In Italia dal 2008 al 2015 la produzione è calata del 10 per cento, si è perso un milione di posti di lavoro. La ripartenza c’è, ma è ancora troppo incerta, va incoraggiata con vigore. Abbiamo bisogno di politiche e iniziative incisive. Abbiamo apprezzato gli sforzi del Governo, da ultimo l’introduzione del super-ammortamento nella Legge di Stabilità, ma gli interventi proposti, specie in tema di ricerca e sviluppo, sono molto spesso a taglia unica. E non è la taglia delle micro e delle piccole imprese, la nostra taglia, la taglia della stragrande maggioranza delle imprese italiane”. Lo ha affermato Sergio Silvestrini, Segretario Generale della CNA, a margine di “I2b Innovation to Business”, l’evento che si tiene oggi ad Ancona e che lui stesso conclude.
“Mettiamoci d’accordo. In Italia – ha sottolineato – l’innovazione nelle piccole imprese non è all’anno zero. Eurostat ha certificato che fanno meglio della media europea sull’innovazione di processo, di prodotto, del marketing e dell’organizzazione. Questo dimostra un potenziale enorme di competitività praticamente a germinazione spontanea che nasce quasi sempre all’interno dell’impresa, fra chi ci lavora ogni giorno. Non oso immaginare che cosa potrebbe scaturire in termini di crescita se potessimo collegare questo potenziale con le nostre eccellenze universitarie e con la rete diffusa di tutti i grandi centri di ricerca pubblici e privati”.
“Occorre tornare a considerare il finanziamento pubblico – ha proseguito – quale strumento prioritario per garantire l’efficacia necessaria alle attività di ricerca, innovazione e sviluppo delle imprese, che vanno stimolate anche per favorire l’accesso ai programmi comunitari. Per questo – ha concluso Silvestrini – il finanziamento pubblico all’innovazione, rimodulato e rimodellato a misura delle piccole imprese, è il fattore decisivo per far ripartire in pieno il Paese”.