“Stiamo vivendo una sorta di paradosso: è da tempo che non vedevamo così tanto credito a disposizione delle imprese, ma mai così poco concesso ai piccoli imprenditori”. Lo ha dichiarato Sergio Silvestrini, Segretario generale CNA in occasione dell’Assemblea annuale della CNA dell’Emilia Romagna. “I dati della Banca d’Italia lo confermano. Certo, le Regole di Basilea rendono molto più selettivo l’affidamento bancario, ma i piccoli sono troppo penalizzati – ha continuato Silvestrini -.Le imprese devono trovare altre forme di finanziamento ha detto il Governatore della Banca d’Italia. Il fatto è che le nostre imprese non hanno altri canali di finanziamento, la finanza innovativa è troppo lontana dalle imprese più piccole, che però sono le più numerose. È vero, le piccole imprese possono sembrare le più rischiose per chi presta denaro – ha concluso il segretario generale – ma i dati dicono che non sono le più insolventi. Il sistema bancario deve imparare a conoscere meglio la piccola impresa e CNA lo aiuta in questo, un’analisi che può aiutare moltissimo nella concessione del credito”.
Se l’economia dell’Emilia Romagna mostra piccoli ma concreti segnali di recupero, per artigiani e piccole imprese agganciare la ripresa sarà più difficile, infatti, finché l’accesso al credito continua ad essere un’emergenza. E’ stato questo uno dei temi centrali dell’assemblea annuale di CNA Emilia Romagna svoltasi all’Hotel Savoia Regency di Bologna.
I dati presentati dalla Banca d’Italia dicono infatti che il Pil dell’Emilia Romagna nel 2015 è stimato in crescita dell’1%, più di quello dell’Italia. Focalizzando l’attenzione sul credito, Banca d’Italia evidenzia come la flessione dei prestiti al manifatturiero si sia interrotta, grazie anche all’aumento dei nuovi finanziamenti per macchinari e mezzi di trasporto. Ma la diminuzione dei prestiti alle piccole imprese, sebbene anch’essa in attenuazione, resta più marcata.
I dati sono evidenti: nel giugno 2015 i prestiti bancari alle piccole imprese sono complessivamente diminuiti del -2,5% (-2,1% per quelle medio grandi). Non solo. Se i tassi di interesse per le imprese medio grandi sempre a giugno 2015 erano in media del 4,79%, per le piccole imprese invece i tassi salgono al 7,36%. Guardando i settori, nella manifattura i prestiti medi alle imprese sono rimasti stabili rispetto al 2014, ma per le piccole imprese manifatturiere il calo è del -4%. Nei servizi il calo medio è del -3%, nelle piccole imprese è del -4%. Nelle costruzioni invece i prestiti alle piccole non si differenziano dalla media generale: -5%. Dunque si evidenzia uno svantaggio competitivo che rende difficoltoso per artigiani e piccoli imprenditori poter usufruire dell’auspicata ripresa.
Che l’economia regionale stia migliorando non lo dice solo Banca d’Italia, ma anche CNA: la manifattura ad esempio ha visto una ripresa del fatturato, facendo segnare un +4,3% tendenziale rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre invece continuano le difficoltà nel comparto costruzioni che continua ad essere in negativo, con un -6,1% rispetto al 2014.
Alla luce di questa analisi, CNA Emilia Romagna nella sua assemblea annuale ha avanzato richieste e proposte concrete, in primis alla Regione Emilia Romagna e al suo Presidente Stefano Bonaccini e più in generale a tutto il mondo finanziario. Partendo decisamente dal credito: “dobbiamo consentire ad artigiani e piccole imprese un accesso reale alle risorse messe a disposizione dalla Bce – ha detto Paolo Govoni, Presidente CNA Emilia Romagna – sostenere e potenziare i consorzi di garanzia che svolgono un ruolo strategico per l’accesso al credito dei piccoli: rafforzando il sistema delle garanzie e intervenendo per tutelare i confidi con una limitazione all’accesso diretto al fondo centrale di garanzia per le operazioni che superano i 200.000 euro, garantendo più concorrenza”.
Oltre al credito, CNA nella sua assemblea ha chiesto più centralità per il ruolo dell’artigianato con strumenti specifici che integrino saperi tradizionali, innovazione e nuove tecnologie; un contrasto ad ogni forma di abusivismo e illegalità; finanziamenti all’innovazione e alla formazione delle piccole imprese; una semplificazione di procedure ed adempimenti; risorse per infrastrutture strategiche quali Passante Nord, Porto di Ravenna, Cispadana ed E45.
“Se si fa sistema si vincono le sfide. La regione Emilia Romagna deve essere la locomotiva del Paese – ha detto Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia Romagna -. Abbiamo firmato il Patto del lavoro con le associazioni d’impresa, con questo Patto vogliamo dimezzare la disoccupazione, vi abbiamo investito 15 miliardi in 5 anni. Siamo una delle poche Regioni che ha speso tutti i fondi europei, ci sono già diversi bandi usciti e altri che stanno per uscire di interesse per le piccole imprese. Dobbiamo semplificare il sistema dei consorzi fidi, sono troppi, vanno uniti. In campagna elettorale avevamo promesso 100 milioni di euro per i confidi e lo faremo. Servono ad un sistema che vuole ripartire, perché le difficoltà di accesso al credito sono reali. Ora la sfida sono i mercati esteri, il mondo cambia, l’export vola, 53 mld per l’Emilia Romagna, il made in Italy è cercato e se si investe in ricerca si vince. In campo stiamo mettendo bandi che coinvolgono Università e centri di ricerca, i prodotti vanno cambiati velocemente innovando. Il piccolo è stato bello finora, ora però vale se si mette insieme ad altri”.