Nei giorni del lockdown nazionale abbiamo ricostruito un pezzo di patrimonio morale e politico che a distanza di pochi mesi rischiamo di disperdere. Servono interventi coerenti, robusti, tempestivi per rimarginare le profonde ferite provocate dal virus ma è necessario un contesto fatto di fiducia, collaborazione tra le istituzioni e tra queste ed i cittadini. Sergio Silvestrini, Segretario Generale della CNA, dalle pagine del Foglio, osserva con preoccupazione il clima di contrasti e sovrapposizioni di interessi, ruoli e funzioni che alimentano incertezza e confusione nei cittadini e nelle imprese. Mettere mano alla Costituzione è una necessità, e nell’attesa, Stato centrale ed enti decentrati hanno l’obbligo di recuperare codici di comportamenti ispirati al principio della sussidiarietà e dell’interesse generale. Magari “prendendo esempio dal sistema delle imprese che hanno dimostrato di essere all’altezza della sfida. E’ opinione consolidata che le imprese non siano un vettore di contagio e sono altrettanto evidenti la loro caparbietà, il loro atteggiamento proattivo davanti a una crisi globale la cui chiave di soluzione è nel trovare il difficile equilibrio tra due diritti scolpiti nella Costituzione: salute e lavoro”.
Secondo Silvestrini la legge di bilancio e la gestione dell’emergenza sanitaria devono infondere certezze sulla capacità di sconfiggere la pandemia e nel disegnare un futuro migliore per un Paese che sta scivolando di nuovo nel senso di smarrimento e insicurezza.
Servono due direttrici chiare e univoche, una strategia per contenere il virus e politiche di stimolo sul fronte della domanda aggregata.
E’ evidente che gli investimenti pubblici debbano svolgere un ruolo cruciale per rimettere in moto l’economia. In questo momento gli interventi di ristoro devono essere affiancati da una accelerazione delle misure per il rilancio, favorita da una architettura istituzionale europea in profonda evoluzione di cui i cardini sono il Recovery Fund e la sospensione del patto di stabilità. Non c’è più spazio per la politica dei due tempi, ma occorre anche coerenza normativa e politica. Alcuni rigurgiti di azzardo sovranista e i tentennamenti comunitari sulla necessaria cancellazione di misure concepite per un’altra epoca come quella sul default sono lì a ricordarci che la strada non è affatto priva di ostacoli e trappole in nome di un vago e insignificante nazionalismo precauzionale e di un formale rigorismo finanziario verso il quale la stessa BCE mostra una sostanziale insofferenza.
Per l’Italia è vitale imprimere una accelerazione e in questa prospettiva non sorprende che nella manovra per il 2021 sia quasi impossibile scorgere un chiaro indirizzo per il necessario rilancio del Paese. Riaffiora il vecchio vizio di frammentare l’entità della manovra da 38 miliardi in troppi rivoli. Non si colgono chiare strategie su temi cruciali. “La grave congiuntura economica e il contesto sociale – scrive Silvestrini – hanno imposto la conferma di misure per contrastare gli effetti del virus. Risorse necessarie per mantenere in vita il nostro tessuto produttivo, salvaguardare l’occupazione”.
L’erogazione dei contributi a fondo perduto, tuttavia, dovrebbe prevedere nuovi meccanismi e criteri rispetto a quelli dei vari decreti ristori che hanno evidenziato di essere inadeguati.
Per le imprese, e in particolare per le più piccole, rimane il nodo cruciale della liquidità. Su questo terreno la proroga della moratoria e il potenziamento del Fondo Garanzia vanno nella giusta direzione. Tuttavia sul tema del credito gravano minacciose nubi di carattere normativo a livello europeo. “Il Governo deve attivarsi per assicurare la massima flessibilità di norme concepite per un’epoca spazzata via dalla pandemia e che non tornerà più”.