Sostenibilità ambientale, eco-friendly, sviluppo sostenibile. Sono le parole chiave di questo periodo storico contrassegnato dalle battaglie contro il cambiamento climatico di cui dell’attivista svedese Greta Thunberg è uno dei simboli.
E se il mondo scende in piazza in occasione dei venerdì per il futuro e degli scioperi globali per il clima, anche i gommisti vorrebbero fare la loro parte. Qui non si tratta però di ideali, si tratta di imprenditori che vorrebbero semplicemente lavorare nel rispetto delle regole ma che si scontrano quotidianamente con difficoltà oggettive nello smaltimento degli pneumatici.
Per questa ragione lo scorso martedì 21 gennaio, al Ministero dell’Ambiente, CNA ha presentato al Ministro Sergio Costa, insieme alle altre associazioni di categoria un progetto promosso da Legambiente con i consorzi Ecopneus, EcoTyre e Greentire. Il rapporto ‘I flussi illegali di pneumatici e Pfu in Italia’, ha illustrato l’attività svolta dalla piattaforma ‘CambioPulito’ per contrastare le pratiche illegali del settore.
Dall’Osservatorio sui flussi illegali degli pneumatici e Pfu (pneumatici fuori uso) è emerso che questi ultimi continuano a condizionare il sistema, penalizzando l’attività degli operatori onesti, dal momento che gli Pfu illegali si confondono insieme a quelli da raccogliere. Questo porta all’accumulo nei piazzali degli operatori e al rischio di abbandoni illegali nell’ambiente.
Le ragioni che danno origine a questo circolo vizioso, ma soprattutto dannoso, sono molteplici e generano una situazione complessa che impatta negativamente su un unico soggetto: il gommista, il quale paga la concorrenza sleale praticata da chi non si attiene alle regole, oltre a correre il rischio di essere sanzionato per i quantitativi di gomme che rimangono nel proprio piazzale.
In barba all’attuale regolamentazione del sistema di recupero, i ritardi nei ritiri possono essere anche di due o tre mesi. Le imprese, vengono così esposte al concreto rischio di procedimenti penali proprio a causa del possedimento di quantitativi in eccesso nei propri piazzali.
CNA, fiera di rappresentare le imprese della filiera che operano nel rispetto delle regole, non può che condividere gli obiettivi di Cambio Pulito. Il confronto e il dialogo tra tutti i soggetti del settore sono stati fondamentali per comprendere i processi e individuare possibili soluzioni, e soprattutto avanzare proposte in grado di migliorare la gestione delle attività degli operatori.
L’auspicio della CNA è che il decreto possa colmare i vuoti normativi in materia di controlli lungo tutta la filiera, dal produttore al raccoglitore, per risolvere le falle del mercato degli pneumatici.
Per far fronte a questa insalubre situazione CNA chiede che venga istituito presso il Ministero dell’Ambiente una task force ad hoc e che venga ripristinato l’elenco degli importatori e gestori degli Pfu, ormai fermo al 2017, in modo tale da creare forme di controllo efficaci sulle modalità di gestione dei quantitativi degli pneumatici fuori uso.
secondo me, basterebbe effettuare i ritiri di P.F.U. in base alle fatture di acquisto di ogni gommista, con un margine di tolleranza di circa un 5%, che potrebbe derivare da pneumatici portati dal cliente o addirittura dai cambi stagionali.