Il Comitato Economico e Sociale Europeo ha adottato ieri una risoluzione a sostegno dell’accordo di Schengen, dal titolo “Liberi di muoversi, sostegno a Schengen”.
I rappresentanti della società civile europea sono preoccupati per la pressione messa sull’accordo di Schengen e il suo uso come un facile capro espiatorio per tutte le carenze nella gestione dei confini dell’Europa.
Oggi, i rappresentanti della società civile del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) hanno fatto un forte appello ai governi europei di non cedere alle pressioni populiste e di paura, ma invece di difendere i diritti che gli europei hanno raggiunto negli ultimi 30 anni.
Nella risoluzione, il Comitato “riconosce che i recenti eventi hanno messo in luce gravi carenze nella gestione dei confini dell’Europa e la nostra capacità di tracciare i movimenti di chi vuole causare danni.
Queste preoccupazioni devono essere affrontate, ma Schengen non è il problema e non deve essere utilizzato come un capro espiatorio.
Le istituzioni dell’UE devono evitare a tutti i costi la frammentazione delle regole di Schengen, e con esso il mercato interno, perché alla fine sarà a scapito di tutti i cittadini e le imprese.
I lavoratori, le imprese e l’intera società civile tutta potrebbero pagare un prezzo pesante: 7 milioni di cittadini dell’Unione residenti in un altro Stato membro dell’UE perderebbero alcuni degli aspetti più pratici derivanti dalla libera circolazione, i trasportatori verranno bloccati sempre di più al confine per ore soprattutto nelle ore di punta, le comunità di confine riunite saranno divise in due di nuovo, e una perdita calcolata di 110 miliardi di euro del PIL è prevista in 10 anni.
L’integrazione europea farà due passi indietro se la solidarietà che rappresenta Schengen prendesse un colpo così duro.
Testo integrale disponibile in lingua inglese al seguente link: http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.press-releases.38384