Trasporti

Non è riducendo da 108 a 86 tonnellate la massa dei veicoli eccezionali che si garantisce la sicurezza sulle strade. Non usa mezzi termini CNA Fita per spiegare l’anomalia della misura destinata al riordino di alcuni aspetti chiave del mondo dell’autotrasporto (Legge 156/2021). Una norma che contiene comunque importanti novità e testimonia come su temi specifici e delicati sia imprescindibile il coinvolgimento preliminare delle associazioni di categoria. Semaforo verde, dagli autotrasportatori della Fita, ai contributi per contenere i costi della patente e alle misure per favorire l’ingresso di giovani autisti; così come all’introduzione della possibilità che a bordo dei camion possa essere presente anche un soggetto neoassunto in qualità di osservatore e l’estensione delle revisioni ai privati anche per i rimorchi e semirimorchi allestiti per il trasporto isotermico di derrate alimentari deperibili.

I veicoli eccezionali

Ma sulla definizione dei veicoli eccezionali, è pollice verso: l’attenzione va spostata dal calcolo della massa al piano dei controlli. È necessario, secondo Fita, garantire e verificare che gli enti proprietari mappino tutte le strade e opere d’arte di loro competenza, ne verifichino puntualmente lo stato, ne effettuino la manutenzione  e ne  autorizzino la percorrenza secondo queste precondizioni.

Il Codice della Strada

Condizioni che CNA Fita rivendica da tempo e che si potrebbero realizzare dando piena attuazione all’archivio nazionale delle strade previso sin dal 1992 dal Codice della Strada.

Sorvolando su questi aspetti importanti, dopo 29 anni si è persa l’ennesima occasione per tutelare gli interessi generali delle imprese contemperando le esigenze di sicurezza con quelle dell’autotrasporto e dell’economia in generale.

Quanto alle revisioni dei veicoli di massa superiore a 35 quintali, la Legge di Bilancio per il 2019 ha modificato l’articolo 80 del Codice della Strada concedendo la possibilità di effettuarle nelle officine private autorizzate senza la presenza di personale delle motorizzazioni.

Sono passati quasi tre anni  e si attende ancora il decreto di attuazione (L. n.145/2018, art. 1, comma 1050) che renda effettivamente fruibile  questa alternativa, superando così i ritardi delle motorizzazioni territoriali e garantendo  la sicurezza dei mezzi,  degli autisti e di tutta l’utenza della strada.

 

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