Per la richiesta dell’indennità di 600 euro si trovino soluzioni più pratiche, come l’invio massivo delle domande attraverso i patronati, in modo che nessuno resti escluso dal beneficio. Non è simpatico ricordare “Ve l’avevamo detto…”, ma questa volta è inevitabile.
Siamo riusciti a scongiurare il click day, ma non è bastato. La soluzione per evitare un caos mai affrontato prima, come l’accesso al sito dell’Inps per la domanda di indennità di 600 euro, era a portata di mano. E noi l’avevamo proposta già una settimana fa, quando abbiamo scritto al presidente dell’Istituto, Pasquale Tridico e alla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, chiedendo di prendere in considerazioni soluzioni più pratiche, come l’invio massivo delle domande. E l’avevamo fatto anche il 20 marzo scorso, dando la disponibilità a operare con invii cumulativi su canali riservati ai patronati per evitare la prevedibile pressione sul sistema informativo dell’Istituto. Perché, come volevasi dimostrare, a caos, le falle del sistema informatico hanno aggiunto altro caos. E il risultato è una situazione che nel migliore dei casi possiamo definire tragicomica.
L’antefatto.
Mercoledì, 1° aprile: il portale Inps subisce continui blocchi, sia per gli accessi riservati ai patronati, sia per quelli aperti ai cittadini, compreso evidenti problemi di vista di dati di altri soggetti, fino alla decisione dell’Istituto di sospendere temporaneamente il servizio. E allora si decide, dal giorno successivo, per l’apertura a fascia oraria per i patronati e consulenti. Peccato che i nostri patronati – che continuano a operare nonostante le difficoltà del momento- hanno lamentato per tutta la mattinata blocchi. Blocchi di un’ora per pratiche da 1 minuto, interruzione continua del servizio, difficoltà di inserimento delle “deleghe”, tanto per citare alcune delle difficoltà. E intanto i cittadini inviavano le richieste in quella fascia oraria riservata ad altri soggetti.
Per uscire dal caos è necessario che i patronati possano operare. Serve prevedere per gli stessi patronati la modalità di invio massivo. Per questo, su spinta del nostro Patronato Epasa CNA, abbiamo unito le nostre voci e insieme agli altri aderenti al CIPLA (Confcommercio, Confagricoltura, Coldiretti, Confartigianato e CIA) abbiamo scritto ai vertici dell’Inps.
Perché di questa situazione hanno fatto le spese tantissimi contribuenti, peraltro disorientati da una comunicazione discutibile. Occorre nuovamente precisare che per presentare la domanda c’è tempo fino al 30 aprile. E che i pagamenti partiranno dal 15 aprile, ma in ogni caso con effetto retroattivo dal 1° aprile, fino a soddisfare tutte le richieste!
Nella nostra lettera all’Inps abbiamo confermato il nostro impegno e disponibilità a collaborare con l’Istituto per alleviare il comune peso operativo di questa difficile fase. Ora ci auguriamo che la nostra collaborazione sia accettata.