“Gli interventi con la misura di agevolazione prevista dallo Stato hanno dato avvio un immenso grande cantiere nella nostra regione. Si tratta di interventi che servono a riqualificare e rivalutare il patrimonio abitativo della nostra regione” spiega il presidente di CNA Costruzioni Marche, Marco Rossi, alla luce dei dati Soa-Cqp riferiti al 31 agosto 2022.
Infatti, il Superbonus del 110% nelle Marche fino ad ora ha prodotto ben 5.524 interventi pari ad un 1 miliardo e 77 milioni di euro.
Analizzando i dati si scopre che la maggior parte dei lavori di ristrutturazione è stata effettuata nella provincia di Ancona (il 32%). Ma al secondo posto si piazza la provincia di Pesaro e Urbino con 1.270 cantieri pari al 23% del totale. Seguono le province di Macerata 18%); Ascoli (15%) e infine Fermo (pari al 12% del totale).
“Se consideriamo che l’importo medio dei lavori è stato di 194mila euro – commenta ancora Rossi – facile capire quale indotto economico si sia attivato grazie alla misura del Superbonus. Ancor di più se consideriamo che dal 31 agosto in poi i progetti, e conseguentemente le richieste collegate al Superbonus, sono cresciute nella nostra regione di un ulteriore 10-15%% e che potrebbero portare il totale a 1.500 cantieri in provincia di Pesaro e Urbino.”
Si tratta di numeri importanti anche se non mancano i detrattori che indicano tra le criticità il presunto disavanzo al bilancio dello Stato creato dalla misura. “In realtà – dice Rossi – è stato calcolato che 100 euro di spesa per incentivo costano in maniera effettiva allo Stato 30 euro e dunque il valore reale del disavanzo generato è nettamente ridimensionato rispetto a certi numeri circolati. Grazie al Superbonus e alle altre misure di incentivi, il valore aggiunto nelle costruzioni è aumentato del 21,3% rispetto all’anno precedente. E sul piano occupazionale l’impatto del Superbonus ha creato migliaia di posti di lavoro.”
C’è una ulteriore considerazione da fare secondo Fausto Baldarelli, responsabile di CNA costruzioni Pesaro e Urbino: “l’incremento medio del valore immobiliare delle unità abitative che hanno beneficiato della riqualificazione energetica è stimato fra il 3 e il 5% a seguito di un salto di classe energetica dell’immobile. Non solo. Attraverso alcune proiezioni dell’Enea è possibile stimare un minor consumo di gas nelle abitazioni interessate dagli interventi di adeguamento (isolamento con cappotti termici, infissi, etc.), pari al 40%”.
“La ristrutturazione degli edifici volta ad assicurare una maggiore efficienza energetica è uno degli strumenti decisivi per ottenere un Paese sostenibile sul piano ambientale. Per ottenere un parco immobiliare decarbonizzato ad alta efficienza energetica entro il 2050, si stima che il tasso medio di ristrutturazione debba essere del 3% all’anno. Per questo – secondo Baldarelli – occorre sostenere la misura cercando di risolvere le non poche criticità. Come ad esempio i crediti fino a un milione di euro bloccati nei cassetti fiscali che rischiano di mandare all’aria centinaia di imprese, con scadenze fiscali e contributive sospese per mancanza di liquidità; cantieri lasciati a metà e magazzini pieni di scorte per far fronte a future richieste di interventi. Il caos generato dalla modifica alle regole sul Superbonus 110% sta mettendo in grande difficoltà le imprese del settore dell’edilizia, degli impianti e dei serramenti”.