876 euro all’anno. È quanto ammonta, in media, il ristoro sulle commissioni che spetta agli esercenti di Firenze per i pagamenti elettronici ricevuti.Il risultato emerge da un’indagine condotta da CNA Firenze tra i suoi associati per valutare l’entità del beneficio del tax credit 100% sulle commissioni sui pagamenti elettronici che, fortemente voluto dall’associazione di categoria, ha sostituito da luglio il cashback.
“Eravamo sempre stati scettici sul cashback ritenendo che, per incoraggiare le transazioni elettroniche, fosse più opportuno e etico visto il periodo, sostenere le imprese gravemente danneggiate dalla pandemia in corso, piuttosto che consumatori che, comunque, hanno un reddito da spendere – commenta il presidente della CNA territoriale, Giacomo Cioni – Il Governo Draghi ha accolto la nostra proposta, ma adesso occorre fare di più e rendere strutturale la misura che, al momento, terminerà il 30 giugno 2022. L’alternativa? Intervenire sul sistema bancario: l’1,64% di commissione (a tanto ammonta l’aliquota media risultante dall’indagine) non è sostenibile considerato il risparmio che gli istituti bancari ottengono nel non trattare denaro contante”.
Analizzando casi specifici, l’indagine rileva come, in base alle aliquote effettivamente applicate singolarmente, il tax credit consenta il recupero di entità considerevoli: per esempio 4.500 euro per una pizzeria che, con due pos, fattura 300mila euro all’anno.
Il tax credit sulle commissioni, però, non è l’unica misura prevista. Già in vigore (fino al 30 giugno 2022) anche l’agevolazione sui pos: un credito di imposta nel limite massimo di 160 euro per l’acquisto, il noleggio o l’utilizzo di strumenti che consentono forme di pagamento elettronico collegati a registratori telematici e Server-Rt: cioè agli strumenti oggi individuati per far fronte all’obbligo dei corrispettivi telematici. Al via nel 2022 anche il credito d’imposta per gli strumenti evoluti di pagamento, che consentono anche di far fronte all’obbligo dei corrispettivi telematici (massimo 320 euro per soggetto).
Queste cifre, rileva l’indagine, coprono però solo parzialmente i costi sostenuti dalle imprese. Considerando, in base alle risposte degli intervistati, un numero medio di 1,6 pos per impresa, il canone annuale ammonta a 243,84 euro e le spese di installazione a 41,12 euro.
Ancora una volta, scendendo nello specifico dei casi, le cifre cambiano. Considerando la stessa pizzeria prima citata, questa sostiene una spesa annua, con 2 pos, di 600 euro per il canone annuale.
Fiscalmente, il tax credit è un credito d’imposta. Entro il 20 del mese successivo a quello di riferimento si riceve il calcolo delle commissioni e quindi del credito, utilizzabile solo in compensazione nei modelli F24, a partire dal mese successivo a quello della spesa. Il credito spetta a condizione che i ricavi e compensi relativi all’anno d’imposta precedente siano di ammontare non superiore a 400mila euro.