Marche, torna la speranza di trovare un posto di lavoro. Nei primi tre mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2015, sono diminuiti i marchigiani disponibili a lavorare ma che avevano smesso di cercarlo. Quelli che l’Istat chiama scoraggiati. Erano 28.047 nel marzo dello scorso anno mentre nel 2016 sono scesi a 25.683. Significa che in 2.364 hanno deciso di mettersi in gioco e di iscriversi alle liste di collocamento nell’intento di trovare un’occupazione. Si tratta di un fenomeno che, purtroppo, non riguarda le donne. Anzi, le “scoraggiate” aumentano da 17.850 a 18.150. Tutti quelli che sono scesi nuovamente sul mercato del lavoro sono uomini. Si tratta di ben 2.664 giovani e meno giovani che si sono messi in caccia di uno stipendio, portando gli scoraggiati maschi da 10.197 a 7.533. Naturalmente non tutti l’hanno poi trovato il lavoro, col risultato di far risalire il numero dei disoccupati da 70.555 a 71.026 (+471). Un incremento che ha riguardato esclusivamente gli uomini (+2.607) che salgono a 38.028 e superano per la prima volta le disoccupate donne che calano di 3.136 unità e scendono a 32.998. Complessivamente i disoccupati marchigiani sono 71.026. nelle Marche calano gli occupati (-7.047 di cui 6.783 uomini e 264 donne) ma cala anche la forza lavoro (-6.577). Significa che quelli che vanno in pensione non vengono rimpiazzati dai nuovi assunti e le imprese fanno fronte alle esigenze produttive con i dipendenti rimasti in organico, con il tasso di occupazione fermo al 61,2 per cento e il tasso di disoccupazione che sale dal 10,3 al 10,4 per cento. A gonfiare le liste degli uffici di collocamento sono soprattutto i giovani. I disoccupati senza precedenti esperienze lavorative sono saliti da 12.969 a 15.494 (+2.525 di cui 1.989 uomini e 536 donne).
Sono questi alcuni dei dati Istat sul mercato del lavoro marchigiano elaborati dai Centri Studi di Cna e Confartigianato Marche.
“Con una ripresa che nelle Marche ancora stenta a decollare” commentano i segretari di Cna Marche Otello Gregorini e di Confartigianato Marche Giorgio Cippitelli “anche il mercato del lavoro è fermo, anche perché sembra finita la spinta degli sgravi contributivi che aveva spinto le assunzioni nel 2015. Per rilanciare l’occupazione è fondamentale prevedere per le imprese una riduzione strutturale del cuneo fiscale e rilanciare gli investimenti pubblici, essenziali per far ripartire un settore cruciale come l’edilizia.”
E sono proprio le costruzioni a soffrire di più. Sono s 7.523 i posti di lavoro persi nel settore edile tra marzo 2015 e marzo 2016. Le imprese manifatturiere hanno ridotto l’organico di 1.599 unità e nei servizi sono scomparsi 265 posti di lavoro. Unico comparto capace di creare nuova occupazione l’agricoltura con 1.850 addetti in più. Un calo che riguarda esclusivamente i dipendenti. Ben 7.364 addetti che non sono stati licenziati ma sono andati quasi tutti in pensione senza essere sostituiti. Sono invece aumentati imprenditori e partite Iva, passando da 167.961 a 168.288 (+317).
Tali dinamiche hanno determinato complessivamente, una diminuzione degli occupati nelle Marche nel I trimestre 2016 dell’1,1% rispetto al I trimestre 2015. Tale variazione è in contro tendenza rispetto alla dinamica nazionale (+1,1%) e colloca la nostra regione al 17 esimo posto tra le 21 regioni e province autonome.