Quasi 100mila imprese artigiane, 245mila addetti, una presenza consolidata in ogni provincia, nelle aree urbane, nei piccoli centri, nelle zone industriali e commerciali. Sono questi i numeri dell’artigianato in Toscana, con un radicamento che si è protratto nel tempo, con aziende che operano in settori differenti: dalle costruzioni ai servizi alla persona, dall’alimentare ai trasporti, dalla moda all’artistico, senza dimenticare l’ambiente e l’innovazione. Ognuno di questi è indispensabile e vitale per l’economia della regione, e proprio per questo motivo CNA Toscana, che rappresenta ben 42 mestieri, chiede una maggiore attenzione alle istituzioni.
Questo forte messaggio alla politica è arrivato dal meeting delle unioni e dei mestieri di CNA Toscana dal titolo “Micro, piccole e medie imprese: il motore della Toscana” che si è svolto presso la sede della Fondazione Santa Maria Nuova Ets a Firenze. L’iniziativa ha visto, dopo il saluto del presidente della Fondazione Santa Maria Nuova, Giancarlo Landini che ha ospitato l’evento, l’introduzione del professore Gaetano Aiello, Ordinario di Economia e gestione delle finanze dell’Università di Firenze, la presenza del presidente di CNA Toscana, Luca Tonini; del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e del Sindaco di Firenze, Dario Nardella.
Il professore Aiello ha illustrato, nella sua relazione introduttiva, consistenza numerica e caratteristiche delle imprese che fanno della Toscana una delle principali regioni artigiane del nostro Paese. Sulle oltre 340mila imprese presenti, quasi 100mila sono artigiane, circa il 29% del totale. Il 95% delle imprese toscane hanno un numero di addetti che va da 1 a 9 e la dimensione media è di 3,5 addetti (dati ASIA Imprese). Aiello ha, inoltre, sottolineato che negli ultimi 15 anni si è ridotto il numero di imprese iscritte all’albo delle imprese artigiane, in questo quadro però la regione Toscana è una di quelle che ha resistito meglio, soprattutto nel periodo più recente, concludendo il 2023 con un saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni, dopo diversi anni di saldi negativi.
I dati che confermano la forza dell’artigianato in Toscana non lasciano tranquilla la CNA regionale, la situazione futura pare tutt’altro che positiva. “Sulle nostre imprese pende una spada di Damocle – afferma il presidente di CNA Toscana, Luca Tonini – Se i dati confermano l’importanza dell’artigianato in Toscana, non riescono però a prevedere cosa succederà nei prossimi anni. Dal nostro osservatorio privilegiato vediamo una situazione veramente complessa, penso ad esempio al comparto moda-pelletteria che sta affrontando una crisi profonda, con imprese a rischio chiusura e richieste di cassa integrazione. È necessario che siano aperti al più presto tavoli istituzionali a più livelli per affrontare la situazione. Ma la moda non è l’unico comparto in difficoltà, noi non siamo agricoltori e rappresentiamo 42 mestieri diversi, non possiamo scendere in strada con i nostri trattori, ma – prosegue – abbiamo portato i nostri camion sulla FiPiLi per protestare contro il possibile pagamento di un pedaggio selettivo per i mezzi pesanti. Potremmo pensare a forme di mobilitazione anche in altri comparti. Chiediamo per questo alla politica di prendere in mano la situazione per tutelare cittadini e imprese – conclude – prima che partano altre mobilitazioni”.
Il meeting di CNA Toscana è poi proseguito il pomeriggio in sessione privata per programmare strategie ed appuntamenti di unioni, mestieri e raggruppamenti di interesse per l’anno 2024. È stato tracciato un percorso comune per ribadire la centralità dell’artigianato nella società toscana.