Si è tenuto il 17 aprile, presso la sede direzionale di CNA Toscana Centro, il seminario di approfondimento sulle tecnologie abilitanti Impresa 4.0 e la loro applicazione alle PMI.
Nel corso dell’incontro le aziende che fanno parte dell’Albo dei Fornitori qualificati di CNA HUB 4.0 Toscana, hanno illustrato agli imprenditori i servizi innovativi in chiave 4.0 messi a disposizione dei soci CNA a condizioni di estremo favore. Il seminario ha rappresentato anche un’importante occasione per incontri one to one con i fornitori.
Esperti CNA hanno, inoltre, prestato consulenza gratuita in materia di credito e agevolazioni, per costruire insieme alle imprese un percorso di innovazione aziendale sostenibile anche dal punto di vista finanziario.
Il tessuto produttivo di Pistoia e Prato sta mostrando grande interesse e propensione all’innovazione.
Il Progetto CNA HUB 4.0 portato avanti da CNA Toscana Centro ha finora coinvolto circa 100 imprese in materia di formazione sulle tematiche digitali, attività cui sta facendo seguito un’azione di assessment volta a delineare percorsi di innovazione e ad attivare gli strumenti economici, finanziari ed organizzativi necessari per realizzarli.
Tramite i modelli di analisi appropriati, è infatti possibile misurare il livello di maturità tecnologica delle imprese (TRL) e avviare gli interventi atti a sostenere gli investimenti in macchinari ed innovazione organizzativa.
Ad oggi le imprese che si sono attivate per predisporre il proprio “progetto 4.0” sono oltre 20, operanti prevalentemente nei settori della Metalmeccanica, Legno e Mobile, Automotive e Alimentare.
Le tecnologie abilitanti 4.0 su cui le imprese stanno investendo maggiormente – per cifre che in oltre la metà dei casi superano i 100 mila euro – sono il Cloud (possibilità di salvare e gestire i dati in spazi virtuali dislocati nella rete, capaci di interconnettersi con altri sistemi), e l’Internet of Things (canali di comunicazione multidirezionali tra processi produttivi e prodotti).
I prodotti e servizi più sviluppati hanno visto, nel 61% dei casi, il fattivo contributo dei fornitori/clienti dell’impresa, mentre solo nel 7% dei casi vi è stata una collaborazione con Università o Centri di ricerca, a testimonianza della perdurante difficoltà di dialogo fra il mondo dell’impresa e quello della ricerca.