Trasporto pubblico e privato di persone: si profila una alleanza solida fra imprese di bus e ncc ben radicate su tutto il territorio regionale con gli attuali (e futuri?) concessionari del trasporto pubblico con l’obiettivo di conseguire più sinergie, più efficienza e più qualità nei servizi.
Primo ok alle prove di dialogo fra MOBIT e CTM ( Consorzio Toscano Mobilità) espressione di CNA FITA TOSCANA sui temi specifici del trasporto persone, in particolare per i servizi di trasporto nelle aree a domanda debole e per una piena emersione del trasporto sociale che, poiché è pagato da risorse pubbliche, deve avere gli stessi criteri di trasparenza e garanzie degli altri ambiti regolati dal Codice degli Appalti. E’ quanto emerso dall’incontro-dibattito sul tema “servizi a domanda debole e trasporti sociali” che si è svolto nei giorni scorsi alla CNA di Pisa.
Riccardo Bolelli, Presidente CTM e Consulta Trasporto Persone CNA FITA Toscana e Andrea Zavanella, Presidente di CTT Nord srl e anche del Consorzio MOBIT, si sono confrontati sugli scenari regionali, dai contorni ben poco definiti per gli effetti post gara sul lotto unico del trasporto pubblico bandita dalla Regione Toscana che vede Mobit in contrapposizione con il raggruppamento sotto il controllo dei francesi di RATP.
“A prescindere da come andrà a finire la gara del lotto unico – ha argomentato Andrea Zavanella – dobbiamo porci tutti la domanda, e se la dovrebbero porre anche la Regione e gli enti locali, di come salvaguardare e ad anzi consolidare il sistema toscano di imprese del trasporto che sono una risorsa del nostro territorio al servizio dei cittadini, ma anche dei turisti.”
Questo obbiettivo ovviamente sarà più facile da perseguire con la collaborazione in molti casi già in corso tra i piccoli operatori e le aziende più strutturate presenti in Mobit che non a caso ha inserito nella sua offerta il mantenimento di una quota di subappalto, destinato invece a sparire con l’eventuale arrivo dei francesi.
Dal convegno è emerso chiaramente come sia cruciale delineare gli ambiti di azione delle imprese, chiarendo i bandi, le condizioni, le caratteristiche e, innanzitutto, la tempistica dei prossimi appalti sui lotti deboli garantendo vera concorrenza e privilegiando la qualità.
Per il Presidente di Mobit Zavanella molto dipenderà dagli esiti della gara del lotto unico, che vale oltre 250 milioni di euro l’anno con oltre 107 milioni di chilometri all’anno di servizio da erogare “non solo per noi come è scontato, ma anche per le imprese dislocate sui territori con cui noi abbiamo avuto rapporti in passato e con cui avremmo intenzione di averne ancora maggiori in futuro. Nella nostra offerta, infatti, i livelli di sub affidamento programmati sono in aumento in un ottica di complementarietà anche alla luce della riorganizzazione al cosiddetto T2 (il terzo anno di esercizio post gara) e della necessità di organizzare delle forme di mobilità “innovativa” soprattutto nella gestione dei lotti deboli, ovvero dei servizi da svolgere in aree a bassa densità abitativa. In tali contesti è del tutto razionale pensare ad una collaborazione su servizi che richiedono vetture più piccole e, più in generale, la maggiore flessibilità delle imprese locali”.
Molta soddisfazione nelle conclusioni del Presidente Bolelli: “Da tempo abbiamo rapporti altalenanti con il mondo delle partecipate, ma prendiamo atto con soddisfazione che il clima è cambiato. Del resto sta nella logica delle cose trovare collaborazioni dove i nostri noleggiatori di vetture e di bus, essendo già in stretta relazione con i propri territori di riferimento, sono pronti a sfruttare ogni più piccolo margine di operatività che permetterebbe fra l’altro di alzare il livello dei servizi sia ai cittadini che ai turisti con maggiore efficienza. Noi siamo pronti. Stiamo molto attenti a come andrà a finire la gara principale e ovviamente auspichiamo che tale scenario di collaborazione si possa davvero verificare. Ma ancora di più noi siamo pronti a collaborare su tutte le gare dei lotti deboli per le quali è indispensabile evitare massimi ribassi e requisiti di accesso blandi che rischiano di creare un TPL di serie B. Occorrerebbe un intervento forte della Regione per omogeneizzare e coordinare anche i lotti deboli pena la frammentazione e la dispersione di ulteriori energie. Su questo terreno e sul trasporto sociale CNA, eventualmente con le altre associazioni che aderiranno, chiederà alla Regione Toscana strategie che tutelino il valore in fatturati e in posti di lavoro di qualità che le nostre aziende garantiscono, creando quella coesione sociale che è patrimonio della nostra regione.”