Una strategia in quattro mosse: valorizzazione della contrattazione collettiva sottoscritta dai soggetti comparativamente più rappresentativi, contrasto dei contratti pirata, impulso alla crescita ed alla produttività, riduzione del cuneo fiscale”. Sono i pilastri del documento sul lavoro presentato dalla delegazione di Rete Imprese Italia, di cui fa parte CNA, nel corso del secondo appuntamento a Palazzo Chigi tra il Governo e le parti sociali sui temi del lavoro e delle politiche sociali.
“L’introduzione di un salario minimo legale porterebbe con sé un’alterazione degli equilibri economici e negoziali raggiunti dalla contrattazione collettiva, minandone strutturalmente il ruolo che essa svolge tanto per l’individuazione di trattamenti economici congrui e coerenti quanto per l’organizzazione di tutele collettive e di sistemi di welfare integrativi”, si legge nel documento di Rete Imprese Italia predisposto per l’incontro.
“La riduzione del cuneo fiscale deve realizzarsi – si legge ancora nel documento dei rappresentanti dell’artigianato, del terziario di mercato, delle PMI e dell’impresa diffusa – attraverso un più generale processo di revisione delle aliquote IRPEF, nella prospettiva della flat tax”.
Ribadita la necessità, dopo l’abrogazione dei voucher, di strumenti in grado di regolare efficacemente le prestazioni occasionali, Rete Imprese Italia segnala poi, in materia di contratti a termine, l’esigenza di abolire, rispetto all’impianto del “decreto dignità”, le causali od almeno di prevedere causali in sede di contrattazione collettiva, nonché di eliminare la previsione della maggiorazione aggiuntiva in caso di rinnovi di contratti a tempo determinato.
Riforma dei centri per l’impiego, valorizzazione di soggetti privati quali le agenzie per il lavoro, attenzione agli strumenti che coniugano formazione e lavoro sono invece i capitoli principali dell’agenda proposta da Rete Imprese Italia in materia di politiche attive per il lavoro.
Nel documento dell’Associazione vengono, infine, rammentate tanto l’esigenza di individuare le coperture per il 2022 nell’ambito dell’importante riforma strutturale dei premi INAIL, quanto di abrogare il contributo di solidarietà del 10 per cento che grava sui versamenti ai fondi pensione ed ai fondi sanitari contrattuali.