“L’approvazione definitiva della direttiva sul copyright da parte del Parlamento Europeo – ha affermato Filippo Dalla Villa, Presidente Nazionale di CNA Comunicazione – favorisce la tutela del diritto d’autore ed è a favore di chi produce contenuti. Giudichiamo in modo favorevole il fatto che le multinazionali del web, aggregatori di notizie come e piattaforme di condivisione come Facebook, YouTube e molti altri, esercitino una sorta di controllo su ciò che viene caricato dai loro utenti, in modo da escludere la pubblicazione di contenuti protetti dal diritto d’autore e sul quale gli utenti non detengono diritti. Altresì qualora loro stessi utilizzassero i contenuti pubblicati dagli utenti, dovranno corrispondere un compenso”.
Per CNA Comunicazione il testo approvato dall’Europarlamento contiene diversi elementi positivi per le piccole imprese del settore: “Innanzitutto le piccole imprese del web – sottolinea Dalla Villa – sono escluse dall’ambito di applicazione della Direttiva. Inoltre, la semplice condivisione di collegamenti ipertestuali (i cosiddetti hyperlink ndr) è libera e non soggetta a copyright. Riteniamo pertanto che gli autori di ‘opere dell’ingegno’, come ad esempio fotografi e videomaker, non possano che sentirsi più tutelati, anche grazie alla possibilità di poter ridiscutere i propri compensi qualora li ritengano iniqui”. In pratica, viene favorita la tutela del diritto d’autore a favore di chi produce contenuti a svantaggio delle grandi piattaforme del web.
Inoltre, per CNA Comunicazione è assolutamente positivo il fatto che le piccole imprese siano escluse dall’ambito di applicazione della direttiva e la cosa e potrebbe dar loro un maggior vantaggio concorrenziale rispetto ad altri.
Chi invece ha perso una utile occasione per evitare brutte figure è stata Wikipedia che, per protesta contro la Direttiva, nei giorni scorsi ha oscurato le sue pagine italiane. Peccato che già nel luglio scorso fosse stato chiarito che Wikipedia e le altre enciclopedie online non avessero nulla da temere dalla Direttiva in quanto fossero da considerarsi automaticamente escluse dai requisiti previsti dalle nuove regole UE sul copyright.