La crisi economica causata dalla pandemia da Covid-19 ha richiesto interventi pubblici di carattere straordinario a sostegno di imprese e lavoratori. L’emergenza sanitaria, però, ci pone di fronte anche a rilevanti interrogativi su quello che sarà il futuro del mercato del lavoro italiano e, in particolare, sul ruolo che le politiche attive del lavoro potranno e dovranno giocare. In quest’ottica si è svolto oggi un webinar al quale hanno partecipato Maurizio De Carli, responsabile dipartimento relazioni sindacali CNA, Giuseppe Vivace, direttore Ecipa-CNA, Michele Faioli dell’Università Cattolica, Pietro Orazio Ferlito, Dirigente della Direzione 3 di ANPAL – responsabile del procedimento FNC e Fabio Bezzi, presidente di Fondartigianato, sulle modalità di accesso al Fondo Nuove Competenze, istituito presso l’ANPAL (Agenzia Nazionale delle Politiche Attive del Lavoro), e che prevede per gli anni 2020 e 2021 la possibilità, per i datori di lavoro privati, di stipulare accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro per mutate esigenze organizzative e produttive dell’impresa, attraverso i quali destinare parte dell’orario di lavoro a percorsi formativi.
Sebbene potrà tardare ad emergere nella sua reale entità, la disoccupazione è destinata ad incrementarsi ulteriormente nei prossimi mesi, aggravando i già elevati tassi di disoccupazione che si registravano in Italia prima dell’arrivo del Covid-19. Non è affatto scontato, infatti, che, al progressivo superamento della fase di emergenza, consegua un recupero dei precedenti livelli occupazionali.
Peraltro, anche qualora si dovesse manifestare una effettiva creazione di nuovi posti di lavoro, si corre il rischio di un disallineamento tra le figure presenti nel mercato del lavoro e quelle richieste dalle imprese.
Questo si tradurrebbe in un aumento della disoccupazione di tipo strutturale, stante l’impossibilità di reimpiegare i lavoratori che hanno perso il proprio posto di lavoro a causa dell’attuale situazione economica.
Nelle azioni che verranno poste in essere nei prossimi mesi, la CNA ritiene che le politiche attive dovranno avere un ruolo centrale.
La formazione continua, infatti, è indispensabile per garantire un effettivo ed adeguato rinnovamento ed accrescimento delle competenze e delle conoscenze. Al contempo, la stessa favorisce le imprese, consentendogli di affrontare i cambiamenti tecnologici, organizzativi e di mercato.