Dopo Livorno, dove lo stesso presidio si è svolto venerdì scorso, un centinaio di operatori del consorzio Cruise Service in Bus hanno fermato i bus in uscita e distribuito materiale su quanto sta accadendo. 

Motivo della protesta la variazione d’affidamento del servizio di trasporto per le escursioni dei crocieristi da parte del Tour Operator genovese Trumpy che revocando l’incarico al consorzio mette in difficoltà i titolari e gli operatori di imprese di trasporto, persone che in questi anni hanno puntato su questo business compiendo anche investimenti per adeguarsi alle esigenze della committenza.

173 addetti, 170 mezzi, un investimento dal 2014 ad oggi di 8,3 milioni di euro ed un fatturato di circa 5 milioni di euro nel 2016, con circa 10.500 servizi: sono  questi i numeri, non da poco, della CSB srl  la Cruise Service in Bus, che dal 2014 ha messo in rete i vari operatori locali del trasporto persone per offrire ai tour operator del settore crociere che attraccano ai porti di Livorno e La Spezia, un servizio organizzato ed efficace per le migliaia di turisti che scelgono le mete toscane come escursioni.

“Tutto ciò oggi è fortemente a rischio” affermano i direttori della CNA di Livorno Marco Valtriani e della Spezia Angelo Matellini, uniti nel difendere una realtà costruita negli anni con difficoltà ed impegno dalle imprese locali e che ha dato enorme soddisfazione non solo ai soci del consorzio ma soprattutto ai Tour operator che fino a ieri si erano serviti quasi esclusivamente della CSB.

A seguito di una variazione d’affidamento del servizio di trasporto, dallo scorso venerdì 17 Febbraio, gli spostamenti relativi alle escursioni per Pisa e Firenze non sono più gestiti tramite questa società di aziende del settore, i cui soci sono prevalentemente della provincia spezzina e con sede legale a Livorno. L’operatore, gestore del servizio, ha infatti stabilito di affidare tale lavoro ad un neo costituito consorzio con sede legale a Livorno, ma con operatori di Firenze, Perugia, Grosseto.

Le aziende della CSB, in questi anni si sono organizzate, hanno via via rinnovato il proprio parco mezzi acquistando veicoli di ultima generazione per offrire servizi all’altezza delle aspettative dei tour operator e nel contempo rispettare i limiti di inquinamento imposti dai regolamenti comunali delle città d’arte, hanno assunto nuovi autisti ed hanno dato vita ad una organizzazione logistica che consente di gestire in tempo reale le innumerevoli prenotazioni dei servizi con una capacità di risposta immediata sinonimo di una grande potenzialità che non ha eguali nella regione.

“Questa decisione non solo mina una parte di economia locale, – spiega il Direttore CNA La Spezia Angelo Matellini – che sarà costretta a ridurre investimenti e personale, a causa dello spostamento delle ricadute economiche in sedi distanti dalla Spezia, ma rappresenta un grande fattore di rischio in termini di sicurezza. Se gli autisti operativi su tale servizio dovessero partire la mattina dalle sedi (Firenze, Grosseto e Perugia) e rientrare la sera presso le stesse si allungherebbero i tempi di percorrenza sino quasi ai limiti consentiti disposti dal Regolamento CE n. 561/2006 di Disciplina dei tempi di guida nel settore dell’autotrasporto.

“Dietro un grande lavoro, grandi numeri e grandi investimenti, per le imprese dei bus, i margini risultano strettissimi, – aggiunge il Direttore della CNA di Livorno Valtriani –  infatti la CSB non ha mai approfittato della sua posizione di leader nel campo delle escursioni croceristiche avendo come missione quella di fare lavorare i vettori locali. Da qui l’importanza del volume di lavoro acquisito che può tenere in piedi il settore, ma quel volume fa gola anche ad altri operatori purtroppo prevalentemente non locali che costringeranno la CSB a ridurre il proprio fatturato e di conseguenza i soci saranno costretti a ridimensionare i propri mezzi e il proprio personale.  Se è vero che non si può imbrigliare il mercato, è anche vero che la storia economica ha dimostrato che la guerra dei prezzi porta solo a servizi peggiori, ed i porti di Livorno e La Spezia hanno bisogno di continuare a crescere in qualità ed investimenti, non di impoverirsi; e questo anche i tour operator dovranno capirlo”.

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