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Un’affittacamere nella montagna del terremoto: la storia di Aurora di Spelonga per chi ha voglia di ricominciare a fare impresa

Aurora non ha resistito al richiamo della sua terra e della sua montagna. Studi di architettura a Milano, un marito anche lui architetto. Poi il ritorno. Precisamente a Spelonga, una delle tante frazioni di Arquata del Tronto, nel cuore dei Sibillini ma anche dei terribili e devastanti terremoti. Un ritorno, il suo, per ricominciare proprio dalla montagna e da una piccola attività che si è “inventata” per dare un significato lavorativo al suo stare in questi luoghi. Affittacamere per la precisione. “L’attività, che si chiama ‘Il giardino dei monti’, l’ho aperta nel 2014 – spiega Aurora D’Ortenzi – ed è andata avanti normalmente fino al sisma. Poi per quasi un anno e mezzo c’è stato lo stop di tutto. Nel mio caso non per i danni, in quanto lo stabile dove vivo e ho l’attività è stato sempre agibile, ma per la chiusura della zona in quanto rossa”.

Adesso Aurora è ripartita con l’attività. E spiega con orgoglio la funzione anche sociale di quello che fa. “Abbiamo sempre avuto – aggiunge – appassionati di montagna e di trekking che non ci hanno mai abbandonato e sono tornati non appena sono stati tolti i vincoli della zona rossa e riaperte le strade di accesso. Adesso, però, non ospitiamo solo gli appassionati della montagna ma anche gente che ha avuto la casa distrutta e si appoggia qui da noi per tornare sia pure per brevi periodi. Oppure persone che vengono a trovare amici e parenti e che, sempre per il terremoto, non hanno più un posto dove stare”.

Passione per la montagna, dunque, e impegno per continuare a far vivere questi splendidi territori. “Quella di combattere la desertificazione – precisa Francesco Balloni, direttore della CNA Picena – è proprio uno degli impegni che come Associazione stiamo affrontando. Seguendo e sostenendo attività e impegno come quello di Aurora che lavora come imprenditrice offrendo proprio ospitalità in un territorio che deve far tornare la gente. Come prima e ancora più di prima”.

Concetto che ribadisce Aurora: “Chi ama la montagna non si stacca da questi posti e la gente viene e torna. In certi periodi dell’anno addirittura c’è molta più richiesta rispetto alle poche persone che ora possiamo ospitare. E vediamo che la gente cerca e si dà da fare proprio perché vorrebbe venire ma non sa dove fermarsi. Questo è sicuramente negativo ma ci fa anche sperare per il futuro perché la richiesta c’è e il fascino di questi luoghi non cambia”.

Affittacamere per lavoro, dunque, ma anche per dare una speranza alla montagna del post terremoto. “Mio marito – conclude Aurora – lavora ancora a Milano perché qui complessivamente le opportunità di lavoro sono purtroppo ancora poche. La speranza per il futuro, per me, coincide con quella della mia terra, ovvero nuove opportunità di sviluppo, di lavoro e di ripopolamento”.

 

 

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