I centri di controllo, pur essendo tra le attività rimaste aperte, a seguito della proroga delle scadenze delle revisioni dei veicoli da eseguire entro il 31 luglio al 31 ottobre, hanno subito un crollo pressoché totale dell’attività.
Con l’inizio della fase 2 ci aspettiamo una ripresa regolare delle attività e una riprogrammazione delle scadenze. Non è pensabile aspettare il 31 ottobre: si aggraverebbe la sostenibilità economica delle imprese, in grande difficoltà già oggi, e un carico di lavoro di circa 7 milioni di veicoli da revisionare in tre mesi, che sarà impossibile da evadere con conseguenti ripercussioni sulla sicurezza stradale.
Senza contare, inoltre, le ripercussioni che si avranno in futuro con le scadenze attualmente in proroga, ad anni alterni, i centri avranno periodi di scarso lavoro e periodi in cui il lavoro sarà superiore alle capacità di offerta del servizio.
Tanto più che le imprese in questo periodo di fermo hanno provveduto ad organizzare l’attività nel rispetto delle norme di sicurezza definite dal Governo e parti sociali a tutela della salute di dipendenti e clienti.
In questa fase 2, se l’obiettivo è far ripartire l’economia, i cittadini nel rispetto rigoroso delle procedure di sicurezza devono essere liberi di muoversi. Tenere aperte le imprese e in casa i cittadini è un non senso. I cittadini devo essere liberi di mettere in sicurezza i propri veicoli.
Serve quindi con urgenza una modifica della proroga e una riformulazione delle scadenze, per redistribuire il lavoro e consentire alle imprese di lavorare con tranquillità e nel rispetto del protocollo.