All’inizio della stagione turistica, la Regione Marche, l’Anci e le associazioni delle imprese dei balneatori marchigiani si presentano uniti nella difesa delle concessioni, nella contrarietà alle aste e nella richiesta di una proroga trentennale per gli attuali concessionari degli stabilimenti balneari. Posizioni che sono state ribadite a Pesaro all’assemblea di Cna Balneatori Marche (che ha costituito il coordinamento regionale della categoria) ed inserite in un documento sul demanio marittimo che nei prossimi giorni verrà presentato dall’assessorato al Turismo della Regione Marche al ministro per gli Affari regionali Enrico Costa. Con il documento, che sarà sottoscritto in Regione il 14 aprile anche dall’Anci e dalle associazioni dei balneatori marchigiani, si chiede al Governo di “convocare al più presto un tavolo di lavoro per un confronto sui contenuti della disciplina che regolamenta il settore”.
“Nel documento della Regione – ha affermato all’assemblea di Cna Balneatori Marche il presidente della III Commissione consiliare Andrea Biancani – si ribadisce la richiesta di una proroga di lunga durata per le concessioni in essere e su gare pubbliche per le nuove concessioni, in modo da dare certezze agli imprenditori e rilanciare gli investimenti per la stagione estiva ormai alle porte. Inoltre la Regione, cui compete la difesa della fascia costiera, chiede che il gettito dei canoni demaniali, sia utilizzato per avviare una seria programmazione di interventi di difesa dei litorali colpiti dai fenomeni di erosione, che attualmente interessano più di un terzo dei 180 chilometri di costa marchigiana”.
In attesa della decisione della Corte di Giustizia sulla legge del 2012 che ha prorogato al 2020 la scadenza delle concessioni demaniali, l’incertezza regna sovrana e blocca ogni iniziativa degli operatori balneari.
“Dobbiamo difendere le attività balneari, cuore del turismo italiano” ha dichiarato Cristiano Tomei coordinatore nazionale di Cna Balneatori “con 30 mila aziende che concorrono al 3,6 per cento del Pil ed offrono lavoro a oltre 200 mila persone che vedono messi a rischio i loro redditi. Per questi motivi restiamo mobilitati in maniera permanente per non essere spazzati via da normative europee che impongono una deregulation senza senso”.
Nelle Marche vi sono 170 chilometri di costa con 534 imprese e 1295 concessioni balneari per un totale di 2.367.000 metri quadri e oltre 10 mila addetti. In provincia di Pesaro Urbino le imprese sono 124 e le concessioni balneari 292 mentre ad Ancona vi sono 150 imprese con 371 stabilimenti. In provincia di Macerata le imprese sono 68 e le concessioni 140. A Fermo vi sono 74 imprese e 190 concessioni mentre nelle spiagge di Ascoli Piceno sono attive 118 imprese con 302 stabilimenti balneari.
Le cittadine balneari con il maggior numero di licenze sono Senigallia con 203 seguita da San Benedetto con 150 e Numana con 107. Una realtà importante dunque per le Marche che vedono il turismo balneare primeggiare nel settore dell’industria vacanziera con il suo considerevole 51,3% di incidenza sul dato complessivo delle presenze. Intanto, le spiagge si vanno preparando per l’avvio della stagione turistica. I bagnini hanno iniziato le operazioni di sistemazione degli arenili e l’allestimento di gazebo e cabine, sperando che la Corte di Giustizia Europea non metta in discussione il lavoro di una vita.