“Apprezziamo nella maniera più assoluta sia la metodologia usata che la franchezza con la quale è stato avviato il confronto. Ci è piaciuta in particolare la concretezza del progetto”. Così Daniele Vaccarino, Presidente di CNA e di Rete Imprese Italia, in conferenza stampa al termine della consultazione a Palazzo Chigi sul progetto ”Casa Italia”. Vaccarino spiega che “il progetto complessivo di messa in sicurezza del paese coniuga questione ambientale, energetica e tutto ciò che serve per vivere in abitazioni più sicure e in cui si vive meglio”. Il Presidente della CNA conclude: “Ci è parso che l’impostazione sia assolutamente corretta. Anche noi metteremo a disposizione le nostre proposte”.
Vaccarino ha apprezzato in particolare la concretezza con cui è stato impostato il piano di messa in sicurezza ”Casa Italia”. Oggi a Palazzo Chigi la prima riunione, alla quale seguiranno altri incontri con la presentazione delle misure da parte dei vari attori coinvolti. Tra le proposte che Cna suggerirà “c’è la questione degli incentivi: hanno funzionato e sono stati una delle poche cose che hanno consentito al settore dell’edilizia di reggere, per quanto ha potuto. Vanno stabilizzati ma al di là di questa stabilizzazione deve esserci anche un modo per recuperare coloro che non possono utilizzare gli incentivi. E noi per questo abbiamo presentato una proposta di legge sul credito fiscale”.
Sulle questioni operative, aggiunge Daniele Vaccarino, “noi proponiamo che ci sia una fortissima unità tra chi progetta, chi esegue e chi certifica. Oggi non c’è. Questo comporterebbe un forte coinvolgimento del sistema delle piccole imprese che sono la stragrande maggioranza del settore dell’edilizia nella costruzione complessiva di tutti gli edifici”.
Cna stima che la messa in sicurezza del Paese muova “una leva economica altissima, soprattutto se si parte con piani che hanno tempi di attuazione differenziati, in cui le zone sismiche avranno la precedenza e all’interno di queste gli edifici pubblici, ma che prevedono un allargamento a tutto il settore privato, che com’è noto è stato costruito non con criteri sismici. Si avvia – conclude Vaccarino – anche il grande processo delle ristrutturazioni, dove il settore della piccola impresa può essere determinante per le competenze che ha e per l’affinità che ha alle ristrutturazioni. Piccoli interventi ma mirati, fatti da gente competente”.
“E’ evidente che servono fondi straordinari – aggiunge – e che non è possibile affrontare uno sforzo del genere all’interno delle rigidità imposte dal Patto di Stabilità. Per intraprendere un percorso virtuoso, superando la dannosa prassi dei compartimenti stagni, è necessario inoltre porre in relazione tutti gli attori del sistema: chi progetta, chi realizza e chi certifica gli interventi”. “Noi, che rappresentiamo le piccole imprese, intendiamo stipulare, perciò, una serie di accordi con soggetti di eccellenza della progettazione innovativa e della certificazione delle costruzioni. A giorni – conclude Vaccarino – presenteremo, come Rete Imprese Italia, le nostre proposte”.