“Oggi c’è bisogno di un salto di qualità culturale, se si vuole davvero creare lavoro. L’occupazione all’interno delle micro, piccole e medie imprese è occupazione di alta qualità, stabile nel 90 per cento dei casi. Ma non c’è impresa senza imprenditori. E’ necessario, allora, favorire prima di tutto la continuità aziendale, la trasmissione d’impresa tra aziende che chiudono, perlopiù per motivi anagrafici del titolare, in genere ben strutturate, solide e posizionate sul mercato, e neoimprenditori che ne possano continuare l’attività. E’ più conveniente stimolare in tutti i modi la trasmissione d’impresa, quindi, attraverso sgravi fiscali e interventi del sistema bancario. E la CNA è pronta a sostenere questo percorso”. Lo ha dichiarato il Presidente nazionale della CNA, Daniele Vaccarino, intervenendo alla tavola rotonda che ha concluso l’Assemblea annuale della CNA di Torino, tenuta domenica 29 novembre al Lingotto Fiere del capoluogo subalpino.
L’evento, al quale hanno partecipato più di 300 imprenditori oltre a diverse autorità, si è aperto con l’intervento del presidente della CNA torinese, Nicola Scarlatelli.
“L’appello che vogliamo lanciare oggi alle istituzioni locali, Città metropolitana e Regione Piemonte è di riportare il lavoro al centro dell’agenda politica. E vogliamo riaffermare con forza un concetto da noi più volte ripetuto: sono le imprese a creare il lavoro”, ha affermato Scarlatelli, che ha concluso con una battuta significativa: “Aiutare le imprese non è peccato”.
Nel corso della tavola rotonda, il Segretario della CNA di Torino, Paolo Alberti, ha rivendicato il ruolo di artigiani e piccole imprese. “Essere riconosciuti per quello che siamo e facciamo è estremamente importante: e questo è mancato. Nel Piano strategico di Torino nuovamente si è parlato solo di Fiat e delle vetrine del centro. C’è bisogno di una rottura con la politica del passato perché oltre la metà del lavoro dipendente a tempo indeterminato nel manifatturiero torinese è generato da imprese con meno di venti addetti”, ha affermato Alberti. Al quale ha replicato il Sindaco di Torino, Piero Fassino. “Se Mirafiori torna a produrre, tutto l’indotto torna a produrre, non ha senso quindi contrapporre le imprese – ha risposto Fassino – Nel metodo comunque accolgo la richiesta di un tavolo con le associazioni imprenditoriali. Nessuna città può vivere solo di turismo e cultura e non c’è sistema industriale che prescinda da quello artigiano”.