“Gli effetti del Covid-19, tra norme complesse e burocrazia pesante e miope, devono rappresentare la grande occasione storica per il nostro paese di uscire da uno stallo pericoloso che impedisce all’economia di progredire da due decenni. E’ quanto scrive il presidente della CNA, Daniele Vaccarino, in un intervento pubblicato sul quotidiano Il Foglio.
E’ necessario che l’Italia ripensi una fase di re-industralizzazione investendo risorse ed energie nelle “produzioni di prossimità” assolutamente strategiche come automotive, siderurgia e biomedicale e valorizzando il ruolo delle piccole imprese attraverso l’accorciamento delle catene di valore. Investendo nei giovani e nelle imprese al femminile.
Si tratta di una sfida che richiede anche un ripensamento in termini di sostenibilità, una accelerazione verso l’economia circolare.
Occorre rimuovere alcuni luoghi comuni e slogan che non hanno evidenze nella realtà. Il male italico non è la presenza eccessiva di piccole imprese, piuttosto è il numero esiguo di grandi gruppi. Le Pmi rappresentano il 60-70% dell’occupazione dei Paesi Ocse e sono vitali per scongiurare il collasso dell’economia per mano del virus. Tra i vecchi schemi da lasciare al passato c’è la contrapposizione tra grande e piccola impresa e quello che ogni tanto riemerge di conflitto tra capitale e lavoro. Come ha evidenziato il Governatore della Banca d’Italia serve una “rottura rispetto all’esperienza storica più recente”.
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