“Ripartire dalle piccole imprese”: così il presidente nazionale CNA, Daniele Vaccarino, riassume la priorità per la ripresa dell’economia nel nostro Paese in un’intervista a Radio Vaticana. “Le difficoltà hanno riguardato tutte le imprese. Il settore più colpito è stato il turismo e tutte le attività della filiera: taxi, noleggio con conducente, fotografi. E poi lo spettacolo e tutti i comparti connessi”. Ma non mancano altri ambiti che hanno sentito fortemente il peso della crisi. Tra questi, l’arredamento, il settore calzaturificio e della lavorazione dei tessuti.
Chi ha retto meglio, è la manifattura, “a eccezione di quelli che hanno una forte esposizione verso l’estero”.
I decreti ristori
“I decreti ristori hanno avuto come effetto di far galleggiare imprenditori e artigiani” è il giudizio di Vaccarino sulle misure di ristoro previste dal legislatore a favore delle attività più colpite dalla crisi. Un paracadute che ha aiutato molti a non chiudere le aziende, ma che non può compensare i mancati guadagni. Quanto agli effetti di questi provvedimenti, Vaccarino sottolinea come si siano visti “soprattutto nella seconda fase dell’emergenza, perché nella prima sono stati molto lenti”.
Le prospettive
Secondo Vaccarino, la fine dell’emergenza non è ancora dietro l’angolo, perché gli effetti negativi si vedranno ancora nella prima parte del 2021. “Ci auguriamo che il Covid-19 sia sconfitto dal vaccino entro i primi mesi dell’anno, ma fino ad allora saranno necessarie risorse da destinare ai ristori per le attività che continuano a essere penalizzate“. Secondo Vaccarino serve “molta più lungimiranza verso un orientamento generale dell’economia in Italia. Questa pandemia ha messo a nudo le nostre difficoltà”. Alcuni esempi? “Le difficoltà legate alla mancanza di infrastrutture, materiali e immateriali. Si è visto con quanta difficoltà abbiamo cambiato modo di lavorare ricorrendo alla digitalizzazione”.
“Ripartire dalla piccola impresa” deve essere il mantra
Secondo Vaccarino le norme vanno calibrate sulle dimensioni ridotte, caratteristiche delle attività produttive del nostro Paese. E invece si continua a legiferare sulla base di criteri che non hanno alcun riscontro nella tipologia imprenditoriale prevalente nella realtà italiana. Il risultato è che queste norme ricadono poi sulle piccole imprese, che ne pagano a loro spese l’inapplicabilità.
“Ripartire dalla piccola impresa deve essere il mantra, eppure si ha difficoltà a farlo entrare nelle orecchie delle istituzioni. Ma noi diciamo che questo sistema deve continuare e essere l’ossatura economica del paese” conclude Vaccarino.