Attraverso azioni di ricerca, animazione territoriale, comunicazione e supporto consulenziale, il progetto Dasf ha fatto da incubatore per la nascita del primo esempio pilota di distretto transfontaliero italo-tunisino. E’ stato, infatti, costituito un distretto produttivo composto da Pmi del settore artigianale localizzate nei territori di Ragusa, Trapani, Agrigento, Bizerte, Ariana, Manouba, Nabeul e Tunisi. Il distretto è stato dotato di un patto di sviluppo triennale e di una forma organizzativa condivisa. Una piattaforma tecnologica avanzata mette in collegamento gli associati tra di loro e il distretto con i mercati globali consentendo di massimizzare l’efficienza delle catene di fornitura e dei canali di commercializzazione.
Le eccellenze produttive sono state legate allo sviluppo turistico dei loro territori tramite la creazione di pacchetti turistici integrati che prevedono la visita congiunta di siti di interesse e delle aziende. Il progetto Entrepart, invece, attraverso azioni di ricerca, animazione territoriale, comunicazione e assistenza, ha realizzato 22 programmi di scambio e di affiancamento tra imprese tunisine e siciliane per la condivisione di buone prassi di gestione e produzione, trasferimento di know how, business skills. Al termine dell’intervento progettuale 16 imprenditori tunisini e altrettanti siciliani hanno identificato concrete opportunità di collaborazione transfrontaliera, firmando i relativi accordi di cooperazione. Oltre ai programmi già realizzati, il progetto Entrepart ha gettato le basi di un fruttuoso scambio di esperienze e di conoscenze attraverso la creazione di stabili canali di comunicazione tra i partners di progetto, allo scopo di proseguire l’esperienza avviata anche oltre l’orizzonte progettuale. Sono queste le risultanze della conferenza finale che, tenutasi questa mattina a Poggio del sole resort, ha riguardato i progetti Dasf (“Artigiani senza frontiere”) ed Entrepart (“Condividere l’esperienza imprenditoriale italiana e tunisina”), tra di loro complementari. I due progetti, con capofila la Cna provinciale di Ragusa, finanziati all’interno del programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Tunisia, nell’ambito dello Strumento europeo di vicinato e partenariato e nel contesto dell’allargamento dell’Unione europea, hanno fatto leva specifica sullo spirito dell’internazionalizzazione.
E non a caso oggi era presente Antonio Franceschini, responsabile internazionalizzazione della Cna nazionale, che ha parlato di un esempio molto positivo, esportabile anche in altre realtà d’Italia, “perché soltanto attraverso la cooperazione – ha detto – potremo uscire fuori da questa situazione difficile che investe tutto il Paese”. Il partenariato è formato, oltre che dalla Cna di Ragusa, dall’Onat (Ufficio nazionale per l’artigianato in Tunisia), l’Utica (Unione tunisina per l’Industria, il Commercio e l’Artigianato – Regione Ariana) e dalla Camera di commercio e Industria di Bizerte, oltre che dalle Cna provinciali di Agrigento, Siracusa e Trapani. Ad avviare i lavori è stato il segretario provinciale Cna Ragusa, Giovanni Brancati. A portare i saluti istituzionali Giuseppe Santocono, presidente provinciale Cna Ragusa, Faouzi Ben Aissa, presidente Camera di commercio Nord est Bizerte, Moncef Ben Jemaa, presidente Utica Ariana, Piero Giglione, segretario della Cna provinciale di Agrigento, Maria Iangliaeva Gallitto, vicepresidente della Cna provinciale di Siracusa. Sono poi intervenuti Cristina Dragoi, coordinatore di entrambi i progetti, che ha parlato degli obiettivi e dei risultati ottenuti, Rosario Alescio, esperto sviluppo locale e distretti produttivi, che si è soffermato su “L’esperienza distrettuale e le prospettive a regime”. A chiudere la prima parte dei lavori è stata Leila Messelati, coordinatrice tecnica del progetto Dasf per il partner Onat. Lo stesso hanno fatto, nella seconda parte degli interventi, Gianpaolo Miceli, in rappresentanza della Cna provinciale di Sirausa, e Afif Jrad, coordinatore tecnico del progetto Entrepart per il partner Onat, che hanno chiarito alcuni aspetti finali.