“CNA da sempre ha mostrato e mostra grande attenzione nei confronti del tema del femminicidio e della violenza di genere, non soltanto alla luce del carattere emergenziale che sta assumendo il fenomeno, ma soprattutto perché il rispetto e la promozione della dignità umana all’interno dei luoghi di lavoro è un valore fondante e presente in ogni linea d’azione portata avanti dalla Confederazione.” Ha sottolineato la presidente di CNA Impresa Donna, Maria Triolo, nel suo intervento all’Assemblea dell’Osservatorio sul fenomeno della violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica presieduta dalla ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Maria Roccella.
L’incontro, che si è svolto martedì 18 luglio, con i rappresentanti delle istituzioni, dell’associazionismo di settore e delle parti sociali, e che era volto a fare il punto sulle attività in essere per contrastare il fenomeno in oggetto, aveva tra i punti all’ordine del giorno le proposte formative nel “Piano Strategico Nazionale Sulla Violenza Maschile Contro le Donne 2021-25”.
“A livello normativo – ha continuato Triolo – l’attenzione al tema della violenza di genere è presente in modo ampio e diffuso nell’azione sindacale della CNA, come si evince dalle numerose disposizioni dei Contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL), che, accanto all’intero apparato normativo a tutela del lavoro femminile e della parità di genere, introducono una serie di norme specifiche per la prevenzione e il contrasto delle molestie sui luoghi di lavoro. Ci sono tuttavia degli interventi che, come parte datoriale, suggeriamo, quali la possibilità di avere sgravi contributivi per le aziende che assumono donne che escono da percorsi di violenza; la detassazione dell’azienda delle ore dedicate al recupero psico-fisico della dipendente vittima di violenza, con il supporto delle associazioni anti-violenza; la possibilità per il datore di lavoro di non effettuare il blocco del quinto dello stipendio laddove il marito violento faccia una controdenuncia per allungare i tempi.”
Per quanto riguarda invece le donne lavoratrici autonome vittime di violenza, mancano tutele adeguate e la presidente Triolo ha evidenziato come per queste lavoratrici venga meno il proprio sostentamento, con il rischio di perdere opportunità e clienti, dovuto alla difficoltà di recarsi a lavoro, conseguente al caso di violenza. Inoltre, per quelle lavoratrici iscritte alla gestione separata è riconosciuto il solo il diritto alla sospensione del rapporto di collaborazione, a cui non corrisponde alcun pagamento dell’indennità.
“Si chiede – ha concluso la presidente di CNA Impresa Donna- che venga esteso totalmente detto beneficio anche a tutte le lavoratrici autonome in quanto, vista la gravità dei fatti che sono alla base dell’istituto del congedo, non sussistono motivate ragioni per operare una differenza tra donne che si basi sul tipo di rapporto di lavoro di cui sono titolari. Inoltre si richiede l’introduzione di norme che vadano ad agevolare un percorso di rinascita dell’imprenditrice vittima di violenza nel riavvio della sua attività lavorativa. “