Voglia di fare impresa, innovazione e inventiva. E’ il quadro che emerge per la provincia di Ascoli Piceno dagli ultimi dati nazionali. “Dati in linea con quello che come Associazione monitoriamo sul territorio – spiega Francesco Balloni, direttore della Cna Picena – ma che devono essere accompagnati da un’analisi più ad ampio respiro. Buone idee e aperture di impresa da parte dei giovani sono degnale positivo. La crescita economica richiede però anche fatturato e sostegno all’occupazione. Quindi la sfida per il 2017, almeno per noi come Cna, sarà quella di mettere in campo tutte le azioni possibili per consolidare queste nuove imprese e per avviarle nel miglior modo possibile nel mondo del business”.
Le rilevazioni nazionali, infatti, ci dicono che fra le 110 province monitorate, quella Picena risulta al terzo posto per quanto riguarda le start up innovative, preceduta solo da Trieste e Trento. E’ invece al quarto posto per quanto riguarda l’indice di innovazione aziendale, preceduta solo da Milano, Modena e Bologna. E non è tutto. Fra i dati più clamorosi per il Piceno c’è (fonte Il Sole 24 Ore) un clamoroso primo posto relativo alla percentuale di laureati fra i giovani under 30.
Dati molto significativi che possono essere messi in parallelo con un’indagine compiuta, sempre nel 2016, dalla Cna Picena. Il 93 per cento degli imprenditori Piceni – è uno dei dati raccolti dalla Cna – reputa positivo l’utilizzo di nuove tecnologie informatiche (sito aziendale, ecommerce, social network) per lo sviluppo della propria azienda. Ma questo è, per molti, ancora quasi un sogno nel cassetto. Entrando più nel dettaglio dei dati, infatti, si scopre che se è ormai quasi totale (95,7 per cento) la connessione internet con un computer presente in azienda solo il 67,5 per cento delle imprese (il campione Cna fa riferimento ad aziende con meno di 10 dipendenti) ha un sito web dedicato alla propria azienda. E ancora. Di questo 67 per cento di piccole imprese che hanno comunque un sito, solo il 24 per cento promuove la propria attività sui social, il 27 per cento acquista on line materiali per la produzione aziendale e appena il 5 per cento vende utilizzando lo strumento del commercio elettronico.
L’11 per cento degli imprenditori monitorati dalla Cna Picena ha dichiarato che l’innovazione tecnologica e telematica è stata avviata per migliorare la promozione commerciale. Il 13 per cento lo ha fatto, invece, per incrementare l’export. Fra coloro che puntano sul web per internazionalizzare, però, ben il 59 per cento non ha strumenti telematici che gli permettano di monitorare gli utenti stranieri, usando in primis la lingua madre di quella nazione.
Traduzioni, quindi, altro capitolo di forte limite per le piccole imprese del Piceno. Solo il 43 per cento dei siti aziendali attivi sono tradotti anche in inglese, percentuale che sale al 55 per cento se si considerano anche le altre principali lingue parlate nell’Europa comunitaria. Solo il 18 per cento dei siti aziendali di chi dichiara di aspirare a una maggiore penetrazione dei propri prodotti all’estero presenta però traduzioni in lingue parlate nei cosiddetti nuovi mercati emergenti: da quello arabo al cinese, dal russo all’indiano. “I dati dell’indagine e quelli pubblicati dal Sole – conclude Luigi Passaretti, presidente della Cna di Ascoli Piceno – parlano chiaro l’azione dell’Associazione in questo caso è di grande importanza. Questi stessi dati ci dicono, ad esempio, che oltre il 50 per cento delle imprese che si sono messe in rete hanno avuto incrementi di fatturato. E comunque benefici nella loro organizzazione aziendale. Ma è anche vero che la tenuta di un’impresa, nuova o che si innova, si misura con il tempo. Un’ulteriore mission della Cna Picena per il 2017 sarà proprio quella di favorire la stabilizzazione della crescita e scongiurare chiusure a poco tempo dalla nascita. Cosa che, come verifichiamo tutti i giorni nei nostri uffici, purtroppo succede”.